lunedì 20 giugno 2022

Tradizione e tradizioni...

Una processione del Corpus Domini
La celebrazione del Corpus Domini è una delle più importanti dell'anno liturgico della Chiesa cattolica. Si ricordano l'Eucarestia e la Comunità dei credenti, ma anche ogni persona. Ogni uomo - con il suo carico di speranze e angosce, gioie e sofferenze, attese e delusioni, certezze e paure - è infatti "Corpus Domini", immagine e somiglianza di Dio. La processione per le vie delle città e dei paesi è ormai un gesto svuotato di ogni significato, se non quello del ripetersi stanco di una delle tante tradizioni che interessano sempre meno fedeli. E' finita l'epoca della "cristianità", nel mondo laico e pluralista altre devono essere le strade che la Chiesa deve seguire se non vuole essere completamente fuori dalla storia. E' sempre più evidente il divario tra papa Francesco che non cessa di richiamare tutti alla vera Tradizione evangelica, cioè il riconoscimento di Gesù nel volto degli affamati, assetati, profughi e la maggior parte delle comunità periferiche che cercano di portare avanti, quasi per inerzia, parole e segni che non riescono più a comunicare nulla a nessuno. La processione è ormai un ricordo del passato, un atto folkloristico fotografato dai turisti che credono di assistere a qualche strana rievocazione storica. Il Corpus Domini - cioè la presenza dell'Amore di Dio in ogni essere umano - è molto di più e merita di essere rivalutato in termini di lotta per la giustizia, per la pace e per la verità.

A proposito, sfogliando i giornali locali in questi giorni, si incontrano fotografie che fanno sorridere. Da una parte si legge della consegna di abiti violacei e rosse berrette a nuovi "monsignori", dall'altra (pagina odierna del Piccolo, Bassa Friulana), una foto che sembra scattata cento anni fa. Sembra... In realtà è un'immagine attuale. Sono preti che celebrano un loro anniversario e avanzano con vesti liturgiche di altri tempi. Certo, ci sono mille altri problemi più interessanti e non si vuole certo criticare ottime persone che cercano di dare la loro vita per qualcosa di molto importante. Tuttavia, in un momento in cui la Chiesa potrebbe essere davvero un riferimento spirituale e culturale per un'umanità in grande difficoltà, le parole di papa Francesco ai vescovi siciliani sembrano unire a un umoristico rimprovero, un serio monito a non guardare troppo indietro e a vivere con consapevolezza dentro il mondo attuale. Ciò è da tenere presente anche in piccole cose, come quelle che riguardano la scelta delle vesti liturgiche.

Ma come celebrano? Io non vado a Messa (in Sicilia), ma ho visto delle fotografie. Parlo chiaro. Ma carissimi, ancora i merletti, le bonete [berrette]…, ma dove siamo? Sessant’anni dopo il Concilio! Un po’ di aggiornamento anche nell’arte liturgica, nella “moda” liturgica! Sì, a volte portare qualche merletto della nonna va, ma a volte. È per fare un omaggio alla nonna, no? Avete capito tutto, no?, avete capito. È bello fare omaggio alla nonna, ma è meglio celebrare la madre, la santa madre Chiesa, e come la madre Chiesa vuole essere celebrata. E che la insularità non impedisca la vera riforma liturgica che il Concilio ha mandato avanti. E non rimanere quietisti. (dal sito Vatican.va, 9 giugno 2022)

2 commenti:

  1. "È per fare un omaggio alla nonna, no?" Caro Andrea, io sono un nonno e assieme alla nonna, abbiamo praticato la chiesa da sempre, ti puoi immaginare quanti sconvolgimenti abbiamo subito e non capito ad ogni cambio del parroco, prima del Concilio Vaticano secondo e dopo. Con fatica abbiamo accettato tutto per obbedienza, ma soprattutto per Amore. Ormai vecchi, siamo arrivati alla conclusione, che la nostra libertà, quella di amare il prossimo così come SI PRESENTA, (anche con vesti liturgiche e o pensieri diversi dai nostri) in ogni volto umano e trovare il volto di Cristo. Allora accettiamo TUTTI, con riserva. Saluti

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  2. Cari amici nonni, sono d'accordo con voi, la libertà è amare il prossimo così come si presenta. Ed è bello accettare tutti. Ciò non toglie che si possano avere diverse opinioni e che ci si possa permettere anche di esprimere critiche su diversi argomenti, così come fa con umorismo il Papa, probabilmente preoccupato di un'eccessiva distanza tra una certa concezione della Chiesa e la sua presenza nel mondo attuale. Altrimenti si dovrebbe accettare tutto quello che ognuno di noi fa o dice, senza mai esprimere un parere. E ciò mi sembra ricerca del quieto vivere, non rispetto nei confronti delle persone.

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