domenica 4 settembre 2022

Un sabato a Gradisca. CHIUDERE I CPR, IMMEDIATAMENTE...

Il dolore per la morte di un giovani pakistano, appena entrato nel CPR di Gradisca, ha spinto davanti alle sempre più invalicabili alte mura un centinaio di persone.

E' stata l'occasione per ascoltare la testimonianza di Yana Chiara Ehm, giovane parlamentare italiana che ha ricevuto il permesso di entrare, di verificare la situazione interna e di parlare con gli ospiti.

Il suo racconto è stato serrato, senza possibilità di equivoci. La struttura del cpr è disumana, le persone sono rinchiuse in gabbie pesanti, si trovano in condizioni psicologiche spaventose e la situazione igienica è inaccettabile. Le persone hanno espresso tutto il loro profondo disagio. La deputata ha dichiarato che porterà tutte le proprie impressioni sul tavolo del Prefetto e in tutte le sedi necessarie, affinché almeno la situazione possa minimamente migliorare.

Le persone dell'Assemblea No Cpr, presenti in modo informale ma fortemente motivato, hanno chiesto di poter essere introdotte anch'esse nella struttura, per poter farsi un'idea della realtà e per portare un messaggio di solidarietà a coloro che si trovano di fatto detenuti tra sbarre più pesanti di quelle che caratterizzano le già indecenti carceri italiane. Hanno ottenuto soltanto un indirizzo mail della Prefettura, al quale indirizzare la richiesta. Il tutto si è svolto nella tranquillità più assoluta, con la presenza di numerosi giornalisti e di numerosi candidati - di Unione Popolare e della Sinistra unita - alle prossime elezioni politiche.

Alcune riflessioni personali.

1. Ciò che ha lodevolmente denunciato l'onorevole Ehm, modestamente l'avevo già scritto su Voce Isontina all'indomani della prima visita all'allora chiamato CPT di Gradisca. Parliamo di oltre venti anni fa. Sì, oltre venti anni fa! C'erano le sbarre che io avevo definito "come quelle dei leoni quando c'è il circo. C'era un profondissimo disagio, espresso anche con assai frequenti atti di autolesionismo, c'era una disumanità totale, derivata anche dalla carcerazione di soggetti che non avevano di fatto commesso alcun reato. Abbiamo combattuto per anni, prima contro l'apertura, poi contro il sistema che giustifica la presenza di questi campi di concentramento in Italia.

2. Non per dire "l'avevamo detto", ma per sperare in un esito migliore della missione Ehm, è da constatare che venti anni di evidenze chiare e distinte non sono servite a niente. E ciò che ha detto la brava Yana, lo si è sentito da tanti altri che hanno percorso il suo stesso cammino. Ma nulla è cambiato. Si sono succeduti governi di destra e di centro sinistra (non credo proprio si possa dire sinistra), molti hanno protestato, ma nulla, proprio nulla è stato fatto per cambiare la Turco Napolitano aggravata da Bossi Fini e soprattutto per cancellare dall'ordinamento giuridico italiano l'istituto del CPR.

3. Sarebbe molto importante chiedersi che ruolo abbia il Garante per i diritti dei detenuti eletto dal Comune di Gradisca d'Isonzo. In una situazione così esplosiva, diventa indispensabile un punto di riferimento che possa entrare liberamente nel cpr e possa sostenere con grande convinzione le ragioni delle persone incarcerate in attesa di espulsione. Non come sembra essere accaduto nell'ultimo tragico evento. Ma è evidente che non bastano correttivi o invocazioni di una maggiore buona volontà, occorre una decisione radicale, chiudere i cpr senza se e senza ma. Neppure c'è da temere che "la Destra", nel caso in cui arrivasse al Governo, farebbe di peggio, perché peggio di così è difficile immaginare. E' importante invece che si creda nella forza di una mobilitazione di massa, di qualche azione simbolica tipo "i venerdì di Lubiana" che hanno messo in ginocchio il governo Janša.

4. E' una questione politica, perché una nuova legge sull'immigrazione dipende dal Parlamento come da esso dipende la chiusura di tutti i cpr d'Italia. Ma è soprattutto una decisione umana, che dovrebbe essere condivisa da tutti, a qualunque orientamento politico appartengano.

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