domenica 25 settembre 2022

Una straordinaria alba in Basilica.

 

E' stata un'alba straordinaria, in periodo equinoziale, quella vissuta da una cinquantina di persone oggi ad Aquileia, nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e del festival della sostenibilità Non siamo Atlantide.

Accolti da una Basilica nella penombra, i visitatori sono stati accompagnati verso l'inizio del nuovo giorno dalle musiche proposte dalla bravissima Maestra Ester Pavlic. Per arpa e voce sono state eseguiti pezzi di Handel, Schubert, Pescetti, Frank, suscitando nei presenti forti emozioni.

Dopo una breve presentazione della storia della Basilica, sono stati esaminati alcuni dei mosaici del IV secolo, progressivamente illuminati. Il gallo e la tartaruga hanno suggerito l'ascolto della poesia di Ambrogio di Milano (IV-V sec.) sul cantore della prima luce del giorno. I volti inseriti nell'ambito di un meraviglioso giardino abitato da animali d'ogni sorta sono stati valorizzati da una piccola e intensa perla di Kabir (XII sec.). Il mare di Giona, oltre a richiamare la salvezza universale, è stato spunto per ricordare chi attraverso il mare cerca di raggiungere una terra dove poter fuggire dalla fame e dalla guerra. E' stata letta la poesia di un giovane eritreo, un testo manoscritto trovato nelle tasche della sua tuta, martire delle migrazioni morto a Pozzallo dopo giorni di navigazione alla deriva sul Mediterraneo. Di fronte allo spettacolo dell'abside illuminata a giorno e alla contemplazione della Madre di Dio, le parole dell'Inno a Iside hanno portato a un singolare confronto tra le intuizioni spirituali dell'area centro europea e la novità del cristianesimo nascente, cogliendo differenze e somiglianze affascinanti e singolari.

Mentre venivano cantate le parole di san Francesco, in Dolce Sentire, la Basilica raccoglieva progressivamente la luce di un sole temprato da un meteo non particolarmente entusiasmante. Non è stato possibile scorgere l'astro che consente la Vita, sorgere a Oriente, al di là del catino dell'abside romanica. Sarà per la prossima volta, nel prossimo equinozio di primavera, inevitabilmente collegato alla Pasqua. Non è stato davvero un problema, il calore del momento di è espresso attraverso la sensazione di unità fra tutti i partecipanti, accomunati dalla percezione della stessa Bellezza. 

Sì proprio come nella poesia di Kabir: Non andare nel giardino fiorito! Amico, non andarci. Il giardino fiorito è dentro di te. Siediti sui mille petali del loto, contempla la Bellezza Infinita.

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