Asparagi e ruj, la vita si rinnova |
Correndo a 50 km orari, con il cuore serrato dalla tristezza, ho salutato un giovane collega ciclista che stava faticosamente salendo. Ho alzato la testa e zac... ho perso il cappello. Mi sono fermato e sono risalito, pochi metri perché il simpatico ragazzo stava raggiungendomi offrendomi gentilmente il berretto perduto. Due parole, tre sorrisi e l'augurio di srečna pot.
Neanche il tempo di rimettersi in sella e si ferma una specie di furgone. Dalla targa italiana saltano fuori due carissimi amici, il grande mielario Gabriele di Porpetto e la sua compagna Jana di Šmihel. Sono loro a farmi notare che in mezzo a tanta morte sta rinascendo la vita, asparagi ruj nuovi germogli delle querce. La Natura sta rinascendo, là dove sembrava che tutto fosse destinato a diventare un deserto. Grazie a Jana e Gabriele, ho aperto gli occhi e ho visto. Ho contemplato la forza della bellezza che si insinua silenziosamente fra gli alberi monchi e la luce del Sole che valorizza la freschezza delle nuove foglie verdi. E che eleva un inno di riconoscenza all'Essere, comunque lo si voglia nominare.
Un grazie infinito ai Gasilci sloveni come ai Forestali e alla Protezione civile italiani, uniti al di là dei confini nella potente lotta contro il fuoco. Hanno limitato i danni, consentendo l'incontro creativo tra il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria. Credo che la prova più evidente della straordinaria bontà del loro aver rischiato la vita per domare gli incendi, siano le pianticelle verdi che spuntano là dove un mese fa c'erano solo il calore, le esplosioni di ordigni antichi e la tentazione di una sorda disperazione.
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