mercoledì 24 agosto 2022

La guerra continua

Per la povera gente dell'Ucraina che muore sotto le bombe, per le donne e gli uomini nel mondo impauriti dalla possibile distruzione dei reattori nucleari di una delle più grandi centrali del mondo, per la crescente opposizione dei russi che vogliono la pace, per il Papa che non esita a definire "pazzi" quelli che la scatenano e "delinquenti" i commercianti di armi, per i media europei e italiani che ne parlano a volte ricordando a volte dimenticando... la guerra continua.

Perché poi continui, da oltre sei mesi, è sempre meno chiaro. I russi sembrano aver ottenuto il loro dichiarato obiettivo, riportare Donbass e Crimea nella loro area di influenza. Eppure non sembrano aver alcuna intenzione di fermare l'offensiva. Gli ucraini sono sempre più agguerriti e bellicosi, affermano che il loro obiettivo non è la pace ma la vittoria totale e l'annientamento del nemico russo.

I Governi occidentali appoggiano un tipo come Zelenskij, Mattarella lo elogia calorosamente e, dopo averle seminate, toglie onorificenze di qua e di là. Draghi si schiera senza esitazioni dalla parte di chi intende risolvere i problemi attraverso l'invio di armi sempre più sofisticate, di droni in grado di minacciare i luoghi più delicati della tormentata area. Gli apparenti avversari politici, in piena campagna elettorale, sembrano (sì, "sembrano") divisi su tutto, si scatenano gli uni contro gli altri, ma su questo punto vanno (quasi) tutti d'amore e d'accordo. Tra Letta e Meloni, tra Salvini e i Calendiani si fa a gara su chi la spara più grossa, sulla necessità di salvaguardare con gli armamenti le legittime aspirazioni all'indipendenza degli ucraini (ma non le altrettanto legittime dei russi del Donbass e della Crimea).

Le impressioni sono due. La prima è che ci si trovi ancora al punto di partenza e che migliaia di morti, distruzioni sistematiche di case, fabbriche e infrastrutture non siano serviti ancora a nulla. Non solo non si parla di negoziato, ma le "ragioni" degli uni e degli altri sono meno chiare che mai. L'unica certezza è il dolore degli innocenti, dilaniati dalle trame violente, crudeli di Putin e dal sostanziale rifiuto di ogni dialogo da parte di Zelenskij. La seconda impressione è che in realtà la posta in gioco sia molto diversa da quella che viene mostrata sulle prime o seconde pagine dei giornali. Perché questa guerra assurda continua? Evidentemente perché a qualcuno ve bene così, ai costruttori e venditori di armi, agli USA, all'Unione europea, ai mercati delle risorse energetiche, al fascista Erdogan che ripulisce la sua fedina presentandosi come il negoziatore super partes, alla Cina che alza il tiro delle proprie rivendicazioni su Taiwan. Ancora una volta si manifesta il divario tra le esigenze della gente che non vuole la guerra e quelle degli interessi macroeconomici internazionali che hanno bisogno della guerra per poter alimentare il mostro del neoliberismo.

Domenica 11 settembre ci sarà una manifestazione sul monte Sabotino, promossa dal Comitato per la pace di Gorizia e Nova Gorica. Si salirà verso la cima, con quattro tappe, parlando di accoglienza e libera circolazione, giustizia e pace, legalità e ambiente, salvaguardia dei diritti di tutti. Sarà un gesto simbolico, finalizzato anche a ricordare ai Sindaci di Nova Gorica e di Gorizia la loro promessa di invitare i negoziatori di Ucraina e Russia a iniziare un confronto serio e costruttivo proprio sul nostro confine, dove nel passato si è versato tanto sangue e ora ci si appresta a diventare capitale europea della Cultura. Era solo una boutade elettorale o veramente è stato inoltrato tale invito?

1 commento:

  1. No, non la vogliono la pace perché se così fosse avrebbero trovato in questo valore un punto d'incontro. Non si sono notati nel segretario del PD grandi sforzi per unire le forze politiche democratiche che avrebbero potuto, di fatto, arginare l'avanzata di una destra che fa paura. Io sono fra quelli fortemente delusi e amareggiati. Anche spaventati.

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