martedì 2 agosto 2022

Giro d'Italia sul Lussari? No grazie!!!

Il Lussari da Cima Cacciatore

Non toccate il Monte Lussari!

Con i suoi 1790 metri di altitudine, è uno dei luoghi più affascinanti del Friuli-Venezia Giulia. Il panorama consente di contemplar da una parte le più belle pareti Nord delle Alpi Giulie, Il gruppo dello Jof Fuart e quello dello Jof di Montasio in particolare. Si fanno vedere nella loro armonia lo Jof di Miezegnot, l'Osternig e il Dobratsch in Carinzia, mentre nelle frequenti giornate più limpide si scorgono lontani il Coglians e addirittura l'Antelao e, ancora più in là, i ghiacciai del Grossglockner. Ci si può salire, in un paio d'ore, dalla bella Camporosso lungo l'antica via dei pellegrini costellata dalle stazioni della via crucis, dipinte originariamente dal grande Tone Kralj, oppure, con minor soddisfazione, lungo la strada bianca che risale dalla Val Saisera. C'è anche la funivia, costruita per permettere anche a chi non può camminare di godere di tanta bellezza. Per molti la meta successiva è la Cima Cacciatore, a un'ora di distanza, balcone sulle montagne, in questo caso dominate dalle cuspidi inconfondibili dello Jalovec e del Mangart, in Slovenia. 

Il santuario è detto anche "dei tre popoli", forse meglio dire quattro. Infatti è normale che i pellegrini giungano fino lassù e preghino in italiano, sloveno, tedesco e friulano. Si celebra anche visivamente l'unità nella diversità, la gioia di essere in pace e di abbracciarsi commossi, in una terra che ha tanto sofferto a causa delle guerre e dei nazionalismi del XX secolo. Da 700 anni le persone faticano per raggiungere questa vetta, per trovare nel loro "cammino" il senso della vita e il desiderio di impegnarsi, servendo i propri simili e onorando il Trascendente, qualunque sia il nome che si voglia attribuirgli. Dal 2006 è il punto di arrivo del Cammino Celeste, un percorso di dieci giorni a piedi da Aquileia, immersi nella Storia, nell'Arte, nella Bellezza.

La commercializzazione del Lussari è iniziata molti anni fa, con la costruzione della prima funivia. Tuttavia a quei tempi, le due cabine azzurre che andavano su e giù, erano talmente al servizio di chi voleva gustare la pace della montagna che chi le utilizzava per scendere in inverno con gli sci, arrivava a Camporosso e doveva salire su una corriera per tornare al punto di partenza. Solo dalla metà degli anni '90 la nuova cabinovia aveva risposto alle crescenti esigenze del turismo sciistico, si era paventata la trasformazione della via del pellegrino in nuova pista, per fortuna l'opposizione popolare aveva bloccato qualsiasi progetto. In ogni caso le presenze negli accoglienti locali del paese sul monte sono cresciute a dismisura, come pure la partecipazione ai momenti liturgici puntualmente celebrati, soprattutto in estate, nell'incantevole chiesa, sito di profonda spiritualità e di elevata cultura.

La vetta si va trasformando. Dopo l'interramento del pittoresco laghetto, punto di riferimento per gli animali che fino a non molto tempo fa pascolavano tra i visitatori, si sono allargate strade, sono stati costruiti nuovi impianti di risalita, è stata perfino progressivamente cementificata la romantica stradina che congiunge l'arrivo della funivia alla scalinata che introduce alla chiesa.

E ora si pensa alla conclusione di una tappa del Giro d'Italia. Si badi bene, niente contro la corsa ciclistica più importante, che esalta la potenza dei corridori di tutto il mondo, ma c'è proprio bisogno di occupare qualsiasi spazio sopravvissuto di cultura, bellezza e spiritualità? Ci sono importanti salite, anche in Friuli-Venezia Giulia, davvero non bastano e bisogna profanare anche questo spazio? Non  si dica che si tratterà di una cronometro individuale e che quindi non ci sarà una salita di gruppo. Quanti spazi bisognerà realizzare, affinché il business della Corsa giustifichi le spese? Quanti alberi si dovranno tagliare per le riprese televisive? Quanto cemento per impedire laghi di fango lungo il percorso e sulla cima? Sono tante domande e tantissime altre si agitano in chi ama la Natura e non può guardare serenamente a chi pretende di utilizzarla in modo improprio. Si sta trascorrendo un'estate piena di preoccupazioni, incendi ovunque, un caldo insistente e spesso insopportabile, i fiumi del tutto secchi, i ghiacciai ridotti al lumicino, le manifestazioni del riscaldamento globale si moltiplicano ovunque.

E allora perché? Perché far arrivare l'immensa macchina del Giro d'Italia sulla cima del Lussari? Lasciamo in pace quel poco che resta di un ambiente non del tutto intaccato dagli interessi del Capitale. Lasciamo in pace gli amanti della montagna, i pellegrini devoti, gli sportivi che non hanno bisogno dell'audience per affrontare a piedi la sfida di una salita entusiasmante, camminando su un selciato in alcuni punti ancora originale, percorso da centinaia di migliaia di appassionati alla ricerca di un momento di profonda spiritualità, di vera pace e di autentica felicità.

No al Giro d'Italia sul Monte Lussari!

3 commenti:

  1. Dal no al no se pol xe un attimo....ideologia allo stato puro

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  2. Ne hvala. Dovolj je drugih "gorskih ciljev" . Zakaj vdirati v Marijino hišo?

    No grazie. Ci sono abbastanza altre "destinazioni di montagna". Perché irrompere nella casa di Maria?

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