lunedì 15 agosto 2022

Tutti insieme momentaneamente...

C'è un grande dibattito in vista delle prossime elezioni. Tra le tante discussioni, una ritorna frequente. C'è davvero così grande differenza tra le due coalizioni almeno sulla carta in grado di raggranellare il maggior numero di preferenze?
"Certo che c'è!" Rispondono scandalizzati gli esponenti del Centro Destra e promettono sconquassi autoritari, ovviamente irrealizzabili all'interno dell'attuale quadro politico nazionale e internazionale.
"Certo che c'è!" Rispondono ancor più scandalizzati gli esponenti del Centro Sinistra e promettono di realizzare ciò che essi stessi negli anni precedenti non hanno fatto, pur avendone la possibilità.
"Certo che c'è!" Rispondo anch'io, ma c'è solo in teoria perché poi in realtà, alla prova dei fatti, gli uni e gli altri devono fare solo e semplicemente quello che altri, in sedi planetarie ben più influenti di qualsiasi Parlamento nazionale, obbligano senza troppi complimenti a fare.
Allora, al Partito Democratico che promette stato sociale, jus soli, pace duratura, scuola straordinaria e così via, si possono porre alcune domande, dal momento che i protagonisti attuali sono più o meno gli stessi degli ultimi trent'anni?
Perché non lo avete fatto prima? Perché non si è votato lo jus soli, quando la maggioranza avrebbe dovuto farlo? Minniti non ha fatto parte di un governo sedicente di Centro Sinistra, con i famigerati accordi con la Libia? Il sostegno perinde ad cadaver del Governo Draghi è ancora all'ordine del giorno? La "buona scuola" è stata inventata dal centro sinistra o dal centro destra? E i tristi CPT, attuali CPR, chi li ha voluti, il centro sinistra o il centro destra? E l'invio delle armi in Ucraina, chi lo ha voluto più di tutti? Per non parlare del Rosatellum, la peggior legge elettorale della storia repubblicana, di chi porta la firma? E la diminuzione del numero di parlamentari, ne vogliamo parlare, con il rischio tra l'altro che una scelta scellerata delle segreterie dei partiti (guai se così fosse!!!) cancelli per la prima volta la presenza della componente linguistica e culturale slovena dal Parlamento?
E si potrebbe andare avanti ancora molto... 
Perché questi elenchi? Per dire che nell'enunciazione dei programmi elettorali il centro destra e il centro sinistra sono senz'altro molto lontani, ma nel momento in cui devono governare effettivamente non sono poi così distanti.
E allora?
Allora anzitutto qualche piccolo "mea culpa" sarebbe gradito. "Abbiamo sbagliato sì, ci dispiace, ma non succederà più...". In secondo luogo occorre deporre quell'antipatico senso di superiorità intellettuale, che può anche essere giustificato da una capacità di analisi certamente degna di nota, ma che viene percepito sempre più dagli elettori come una sorta di distacco dalla realtà quotidiana. Lo stesso mettere in guardia costantemente dai pericoli di un'eventuale vittoria della destra, convince i già convinti e fa loro credere di essere gli unici, incrementa la distanza dalle persone ragionevoli già orientate a votare lo schieramento opposto e favorisce l'astensionismo di chi vorrebbe un vero cambiamento del sistema.
Se il centro sinistra vuole essere credibile, deve puntare a vincere convincendo la maggioranza degli elettori sulla bontà delle proprie posizioni, non certo imitando gli avversari politici ben più ferrati nel suscitare e stuzzicare le paure recondite - per lo più inventate di sana pianta - dei cittadini. E' più facile far credere alla gente l'assurda leggenda dell'Invasione dei migranti, piuttosto che dimostrare che dietro a una possibile vittoria del MSB (Meloni Salvini Berlusconi) si possa nascondere un disegno eversivo di ritorno al fascismo. Intendiamoci, non che non ci sia questo pericolo, la democrazia rappresentativa sta vivendo ovunque una crisi spaventosa, ma non la si può superare gridando "attenti al lupo", ma riconoscendo dove sia la vera tana del lupo, spesso ben mascherata da scintillanti paludamenti mediatici e ri-costruendo pazientemente i fondamenti di un autentico "potere del popolo". Il centro sinistra deve smarcarsi esplicitamente dal neoliberismo, aprire nuovi spazi e nuovi orizzonti nelle politiche del lavoro, dell'accoglienza, della pace. Devono essere spazi e orizzonti talmente nuovi da suscitare interesse e non noia, parole in grado di diventare legge e non vani slogan, a volte talmente stucchevoli, banali e imbarazzanti da far venire voglia di ritirarsi da account twitter o facebook presentati da nomi altisonanti.
Per il momento questo compito innovativo sembra esserselo assunto solo l'Unione Popolare, forse per ora forte della consapevolezza della propria (numerica) debolezza. Idee chiare e percorsi precisi per realizzarli, a livello nazionale, europeo e mondiale, anche grazie a un personaggio come De Magistris che conosce bene vizi e virtù della politica e che ha saputo amministrare bene una città difficile e complessa come Napoli. Con un po' di sforzo, non sarebbe stato poi così difficile stare uniti in un programma di autentico rinnovamento sociale e culturale, anche di volti della politica urgentemente da cambiare, se si fosse privilegiata la voglia di un reale cambiamento di sistema e di paradigma, piuttosto della necessità di stare tutti insieme momentaneamente, con l'unico scopo dichiarato di "battere le destre".

3 commenti:

  1. De Magistris ha saputo amministrare bene Napoli? Ma ti rendi conto di quello che scrivi? Ma ti sei informato, ti sei documentato prima di fare una affermazione del genere?

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  2. Mah, credo che ognuno possa avere le proprie opinioni e anche le proprie evidentemente diverse fonti di informazione, ma i "numeri" forniti dai napoletani non mi sembrano orientare verso la direzione da lei indicata. Nel 2011 De Magistris ebbe il 27,52% dei voti al primo turno, crebbero fino al 42,82 nel 2016. Al ballottaggio del 2016 ricevette il 65,4 delle preferenze, poco più del 65,3 del turno precedente. Ora, ci possono essere tutte le ragioni del mondo per spiegare i risultati elettorali, ma non si può dire che una parte molto cospicua di napoletani, conferendogli il 65,4% dei consensi all'inizio del secondo mandato, abbia ritenuto che non "abbia saputo amministrare bene Napoli". Secondo lei, non conterebbe proprio nulla il giudizio degli amministrati, documentato dai dati elettorali?

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  3. ...esiste anche una notevole fetta di elettorato che premierà le coalizioni e i gruppi anitsistema perchè sono le uniche voci che li hanno difesi, anche se non salvati, dalla discriminazione messa in atto dal "governo dei migliori".

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