venerdì 18 novembre 2022

Mondiali in Qatar. E se si cambiasse canale?

 

Si parla molto dei campionati mondiali di calcio in Qatar. Se ne parla in termini sportivi, lamentando l'autogol della squadra italiana estromessa per non aver superato le fasi eliminatorie oppure presentando le varie rappresentative presenti, accompagnandole con pronostici, prospettive e risultati.

Se ne parla molto anche in termini politici, sottolineando la privazione dei diritti umani, la trasgressione delle regole sul lavoro, la negazione della libertà di stampa e di opinione che caratterizzano il ricco (per pochi eletti) emirato della penisola arabica.

Perché mai la Federazione Mondiale del Calcio abbia accettato e poi approvato la candidatura di un Paese del genere non è dato di saperlo nei particolari. Certo, lo Stato ha superato tutte le varie selezioni ed è stato "nominato" già nel lontano 2010.

Quindi, da sabato 19 novembre, "venghino signore e signori, lo spettacolo abbia inizio". Di sicuro la parte calciofila degli italiani seguirà senza troppa passione lo varie partite, data l'assenza dei loro beniamini, anche se la trasmissione in diretta di ben 64 competizioni e la presenza di centinaia di giornalisti sul terreno non mancherà di mantenere una costante attenzione sugli avvenimenti che si succederanno.

Ci sarà anche un'analisi della situazione sociale del Qatar? Probabilmente sì, anche se si sono già verificate gravi minacce agli operatori della comunicazione. Faranno quindi il possibile per tenere il mondo informato ma, come è accaduto altre volte, la frenesia del gioco ben presto prevarrà sulle considerazioni umane.

C'è tuttavia un modo totalmente legale e a costo zero per manifestare la propria contrarietà. Funzionerebbe molto bene anche come segnale più generale a un mondo del calcio imbevuto di interessi macroeconomici, di stipendi astronomici, di sprechi e ingiustizie irricevibili. Basterebbe boicottare le trasmissioni calcistiche. Milioni di persone che improvvisamente cambiano canale delle tv o della radio nell'istante in cui iniziano le telecronache sarebbero in grado di mettere in ginocchio il gigante, le cui fondamenta d'argilla sono ben affondate nella potenza dell'audience. Fai crollare l'audience e influenzi un aspetto importante del sistema del "panem et circenses", che il popolo tanto "optat", come disse Giovenale.

Ecco allora un modo per contestare la violazione dei diritti umani in Qatar, come pure per esprimere in modo efficace una protesta contro qualsiasi tipo di spettacolo ritenuto non corrispondente ai propri criteri etici e politici: semplicemente non guardare alla televisione e non ascoltare alla radio nulla che abbia in qualche modo a che fare con i mondiali di calcio in Qatar (o con qualsiasi altro evento con la realizzazione del quale non ci si trovi d'accordo). 

Che forza potrebbe avere l'unione di milioni di singoli decisori, in questo e in tanti altri campi!

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