Sono molte le persone che soffrono, oggi, in Italia e nel
Mondo, perché sono costrette a lasciare la propria terra per cercare nella
ricca Europa rifugio dalla fame, dalla guerra e dalle persecuzioni.
Tanti arrivano cercando di attraversare il mare Mediterraneo
e spesso in esso perdono la vita. Papa Francesco ha definito il “Mare nostrum”
il più grande cimitero esistente oggi al mondo. Quelli che riescono a
sopravvivere, sono spesso raccolti dalle navi allestite dall’Organizzazioni Non
Governative, che si sono prefisse lo scopo di strappare al mare più vite possibili,
di donne, bambini e uomini. Si è assistito negli ultimi mesi a Nazioni opulente
che hanno respinto navi cariche di persone soccorse, scaricando da un porto
all’altro la responsabilità dell’accoglienza. Un ministro in Italia ha definito
“carico residuale” il gruppo di esseri umani rimasti su una di queste navi e il
Governo francese ha fatto di tutto per respingere i nuovi arrivati.
I migranti arrivano anche via terra, seguendo la cosiddetta
“rotta balcanica”. Anche in questo caso rischiano ogni giorno la vita per
attraversare boschi impervi, oltrepassare fiumi in piena e sfuggire alle
percosse e alle torture delle guardie preposte alle diverse frontiere. Alcuni
arrivano stremati anche dalle nostre parti, attraversano il territorio sloveno
e sperano di raggiungere l’Italia e altri Paesi europei. Quando arrivano,
vengono guardati con diffidenza e sospetto, si cercano tutte le leggi possibili
per farli tornare quanto prima possibile nella loro terra, dalla quale sono
fuggiti per poter sopravvivere e procurare il necessario sostentamento alle
loro famiglie.
C’è anche chi li aiuta, come per esempio l’associazione di
Trieste che ha trasformato la piazza davanti alla stazione in un ospedale a
cielo aperto, grazie a straordinari volontari che curano le ferite, ascoltano,
forniscono mezzi di sussistenza e informano sui diritti e sui doveri. Anche la
Caritas e numerose associazioni, cristiane e laiche, si impegnano
nell’alleviare il dolore e la fatica dei richiedenti asilo. Ma spesso le
istituzioni guardano con molta antipatia queste organizzazioni che mettono al
centro della loro attenzione la persona, arrivando a denunciare alcune di esse
in quanto “colpevoli di solidarietà”. Ciò accade anche a Gorizia, dove alcuni
immaginano che il 2025 sia un’occasione per mostrare al mondo una città
ripulita dai poveri e non invece, insieme a Nova Gorica, una capitale della
Cultura capace di mettere in primo piano la bellezza dell’accoglienza e della
solidarietà.
Coloro che seguono il vangelo di Gesù, che nel Vangelo di Matteo afferma che saranno salvati coloro che hanno dato da mangiare a chi ha fame e hanno ospitato i forestieri, non dovrebbero avere dubbi sulla parte dalla quale stare. Al di là delle necessarie normative affidate all’intelligenza politica dei Parlamenti nazionali ed europeo, non si può mai dimenticare che ogni essere umano è “unico e irripetibile” e come tale deve essere accolto, valorizzato e amato, proprio come una sorella o un fratello, in quanto membro della grande famiglia umana.
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