giovedì 10 novembre 2022

Da Velehrad ad Aquileia, il "cammino" dei santi Cirillo e Metodio

 

Velehrad, Repubblica Ceca. E' il principale punto di riferimento della vicenda dei santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dell'Oriente Europeo. E' infatti questa cittadina il fulcro dell'azione missionaria dei due fratelli.

Nati nei pressi di Tessalonica, in Grecia, dopo una gioventù intensa di attività laiche e religiose, diventano monaci e vengono inviati dal patriarca di Costantinopoli nel centro Europa, in particolare nella Pannonia e nella Moravia, per portare l'annuncio del Vangelo di Gesù. Sono degli instancabili viaggiatori, ma anche coraggiosi testimoni. L'annuncio del Vangelo infatti, in quel periodo (e non solo in quello!), non è riconosciuto immediatamente come un fattore positivo del quale andare orgogliosi. E' concepito piuttosto come una specie di propaganda ideologica, finalizzata ad attirare i nuovi cristiani in un'area politica piuttosto che in un'altra. Insomma, più una questione di controllo internazionale che di sincera condivisione dei principi contenuti nel testo sacro. Nel caso in questione, il vescovo di Salisburgo e in parte anche il patriarca di Aquileia sentivano come dei "concorrenti" questi monaci inviati a nord del Danubio, per di più non dal papa di Roma ma dal patriarca di Costantinopoli. Mancano ancora quasi duecento anni allo scisma del 1054, ma le relazioni tra Oriente e Occidente non sono certo le migliori possibili. Per ostacolare l'opera dei due, ci si concentra nel combattere il loro originalissimo metodo, consistente nel costruire un vero e proprio alfabeto, con segni corrispondenti ai suoni della lingua locale, chiamato glagolitico. La loro convinzione era che per radicare la parola di Dio fosse necessario offrire alle popolazioni locali uno strumento formidabile e caratteristico, con il quale scrivere gli elementi fondamentali della fede. Il contrasto, una vera e propria persecuzione, induce i due fratelli a cercare un ulteriore appoggio dal "loro" patriarca di Costantinopoli. Scesi a Venezia per imbarcarsi verso Bisanzio, vengono raggiunti dall'invito del papa di Roma a raggiungerlo. Nell'Urbe ricevono, contro ogni previsione, un'accoglienza trionfale, perché portano in dono al pontefice le reliquie di San Clemente, il terzo vescovo di Roma morto martire nella lontana Crimea. Purtroppo Costantino Cirillo si ammala e muore. Riceve un funerale degno di un papa e viene sepolto proprio nella (stupenda) chiesa di San Clemente, nei pressi del Colosseo. Metodio, insignito dell'ordine episcopale, torna in Pannonia e Moravia, continuando la propria missione fino all'anno della morte, avvenuta nei pressi di Velehrad, intorno all'anno 885. In loro onore, qualche secolo dopo, la "nuova" scrittura adottata da molti popoli dell'est europeo, sarà chiamata "cirillico", una specie di congiunzione tra i segni del glagolitico e quelli del greco.

Insomma, è una storia interessante che recentemente, per opera di una specifica associazione di Zlin, il governatorato che comprende Velehrad, è divenuta la proposta di uno straordinario "Cammino", che ha già ottenuto la certificazione dall'Unione Europea, come il Camino di Santiago e la via Francigena. Tale percorso, che potrà essere svolto a piedi o in bicicletta, collega già in parte e presto collegherà i punti toccati dai santi fratelli tessalonicesi, sulle direttrici Costantinopoli - Velehrad - Baltico e Velehrad - Aquileia - Venezia - Roma. Sì, anche Aquileia, dal momento che proprio in questi giorni, alla presenza di una rappresentanza del Parlamento europeo, è stato firmato un importante accordo di collaborazione tra le realtà che interagiscono nel territorio aquileiese (Fondazione Aquileia, Comune, Società per la Conservazione della Basilica, con la collaborazione dell'Associazione Iter Aquileiense) e la realtà che segue il Cammino di Cirillo e Metodio in Repubblica Ceca, sotto l'egida del Governatorato di Zlin, dei Comuni attorno a Velehrad.

E' una nuova, bella occasione, per promuovere pellegrinaggi e iniziative turistiche, anche a piedi o in bicicletta, nel cuore dell'Europa, ovviamente attraversando e fermandosi anche a Nova Gorica con Gorizia, capitale europea della cultura 2025.

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