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Qualcosa, o qualcuno, finalmente si muove. Finita l'ubriacatura della campagna elettorale, a quella forte di Francesco e a quella numericamente flebile dei gruppi pacifisti, si è aggiunta la voce di alcune forze politiche italiane. Questa volta presumibilmente in tanti, forse molti anche tra coloro che hanno espresso il loro disagio non andando a votare, ci si troverà sulle piazze italiane. Si manifesterà per dare sostegno a chi è contro la guerra, in Russia, in Ucraina e in tutto il mondo. Si chiederà a gran voce che Putin fermi l'inaccettabile aggressione dell'Ucraina, che Zelensky accetti immediatamente di trattare una pace che riconosca i diritti dei russofoni che abitano nel Donetsk e nella Crimea, che gli Stati Uniti non interferiscano aggravando una situazione tremendamente delicata, che l'Unione europea si adoperi in tutti i modi per portare i contendenti alla trattativa e al dialogo, che non si inviino più armi all'Ucraina, le quali - come ampiamente previsto - hanno trasformato un conflitto risolvibile in un incubo acuito dalla minaccia nucleare.
Ecco, quest'ultimo è l'elemento discriminante, che rende incomprensibile o relega al livello di mera strumentalizzazione l'iniziativa del Partito Democratico, il quale - distinguendosi dagli altri - propone un sit-in davanti all'ambasciata russa a Roma chiedendo un armistizio, senza esprimersi intorno agli armamenti.
La manifestazione ad Aviano, il prossimo 22 ottobre alle ore 16.30, promossa da Europe for Peace e condivisa da numerose sigle, è schierata senza equivoci e vuole richiamare dall'intera regione Friuli - Venezia Giulia e dal vicino Veneto, tutti coloro che non vogliono genericamente la pace, ma che sono convinti che l'unico modo per ottenerla è rinunciare a qualsiasi utilizzo di armamenti e strumenti realizzati soltanto per seminare morte e distruzione.
Facciamo sentire alta la nostra voce. No alla guerra, no alle armi, sì al dialogo, alla trattativa, alla diplomazia.
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