sabato 29 ottobre 2022

Gorica, l'urgente necessità di passare dal multilinguismo al plurilinguismo.

 

Secondo il Consiglio d’Europa, con il termine plurilinguismo si intende la varietà di lingue che un individuo o un insieme di individui è in grado di utilizzare. Il plurilinguismo include pertanto la varietà linguistica indicata come “lingua madre” o “prima lingua”, “seconda lingua” etc. Per multilinguismo, invece, si intende la presenza in un’area geografica, indipendentemente dalle sue dimensioni, di più varietà linguistiche.

Nova Gorica e Gorizia, o meglio da qui in poi "Gorica" è realtà multilinguistica o plurilinguistica?

Non è una questione di secondaria importanza. Finora, la parte antica della città è stata sostanzialmente multilinguistica per ciò che concerne la quasi totalità della popolazione italiana, plurilinguistica per quanto riguarda la componente culturale slovena. In altre parole, gli italiani vivono in un territorio nel quale non sono in grado di comprendere la lingua degli altri abitanti, mentre gli sloveni sono in grado di parlare e comprendere, oltre allo sloveno anche l'italiano. Diversa è la situazione della parte nuova della città, diversa ma non migliore. Infatti a Nova Gorica sono sempre meno coloro che comprendono la lingua italiana, imparata soprattutto grazie alle trasmissioni televisive captate oltreconfine, dalle persone "dai quaranta anni in su". Quindi anche la parte più moderna del territorio goriziano sta perdendo una sua specifica identità plurilinguistica, che l'aveva caratterizzata dal momento della sua fondazione, nel 1947, avendo ospitato migliaia di persone provenienti dalle diverse repubbliche della Jugoslavija, in un contesto quindi esemplare, nel quale era possibile parlare diverse lingue e comprendere quelle degli altri.

Non si capisce bene perché, ma questa questione, assolutamente decisiva per l'interpretazione del ruolo di una terra storicamente di confine tra diversi mondi, non sia ancora all'ordine del giorno dell'avvicinamento alla capitale europea della cultura 2025. Non si tratta solo di apprendimento delle lingue, ma anche di conoscenza delle reciproche storie e culture. Come è possibile che ancora oggi in nessuna scuola italiana della "vecchia" Gorica non ci sia l'insegnamento obbligatorio dello sloveno? E come è possibile che anche nella scuole della "nova" Gorica non sia obbligatorio lo studio dell'italiano?

Il grande onore di essere capitale culturale d'Europa dipende dal riconoscimento della compenetrazione culturale tra le diverse realtà che insistono sul territorio. Ma senza una convinta scelta di percorrere la strada del plurilinguismo, andando oltre al tradizionale multilinguismo, sarà possibile realizzare tale obiettivo? Cambierà qualcosa nel 2025 e soprattutto, dal 2026 in poi? L'esempio delle scuole slovene in Italia, sempre più frequentate anche da studenti provenienti da famiglie di lingue e cultura italiana, potrà essere seguito e indicherà la strada maestra da percorrere da tutti oppure resterà solo un'opportunità "sfruttata" dai nuvlei familiari più attenti e sensibili alla specificità del luogo?

Nessun commento:

Posta un commento