Circa 60 persone, provenienti da Gorizia e dintorni, accogliendo l'invito del "Libro delle 18.03", hanno visitato Nova Gorica.
Sembra una gita un po' strana. Perché dedicare una mattina alla conoscenza di una città distante al massimo venti chilometri dalla residenza degli intervenuti? Perché in realtà la distanza non è geografica, ma storica e la divisione che ha segnato questa terra soltanto recentemente sta svanendo dalla testa degli abitanti.
Un po' grazie a una guida di eccezione, Pavla Jarc, direttrice del Kulturni dom di Nova Gorica e competente storica dell'arte, un po' grazie a una costruttiva curiosità, i partecipanti sono stati resi partecipi di tanti aspetti e angoli nascosti, a un passo al di là del confine.
Nella stazione della Transalpina c'è stato l'incontro con Kristina Markova, referente dell'importante info point turistico internazionale. Si è poi fatto sosta alla Carinarnica, il piccolo edificio doganale sul confine tra la Erjavčeva ulica e la via San Gabriele. Si sono poi ammirati alcuni dei tanti busti scolpiti, soffermandosi in particolare ad ascoltare le voci poetiche di Ljubka Sorli Bratuž, Alojz Gradnik e Simon Gregorčič. Grazie alla parola sapiente di Pavla, hanno trovato forma e spiegazione le numerose statue presenti in città, soprattutto le più recenti espressioni di arte moderna e postmoderna. Ci si è soffermati sulla Fornace, unico edificio esistente prima dell'avvio delle fondamento di Nova Gorica, nonché sulle reliquie dell'antico cimitero, al posto del quale oggi c'è la stazione delle corriere. Non poteva mancare un passaggio nella piazza del "travnik", davanti al Municipio, una discesa nell'interessante sala espositiva, la Mestna Galerja e un'istruttiva passeggiata guidata all'interno della bellissima Knižnica, la Biblioteca della città.
L'obiettivo non dichiarato ma del tutto centrato è stato quello di far comprendere che Nova Gorica e Gorizia non sono due città separate, ma un unico agglomerato urbano, uno antico e uno moderno. Questa diversità, marcata anche dalle lingue e dalle espressioni artistiche e culturali, invece di essere un ostacolo, è una risorsa preziosa della quale rendersi conto ed andare orgogliosi. Del resto, la nomina di Capitale europea della Cultura è stata determinata proprio da questa simbiosi tra vecchio e nuovo, tra tradizione e innovazione, tra tanti idiomi e ricerca di unità. Grazie Pavla per la guida delicata e intelligente, grazie Paolo Poli per aver pensato a Nova Gorica, come sorprendente meta della prima "passeggiata" di questa edizione autunnale del Libro delle 18.03.
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