venerdì 19 giugno 2020

Valentin Stanič, un genio goriziano quasi dimenticato

I goriziani probabilmente riconoscono facilmente la torretta in altro a destra. Pochi tuttavia saprebbero riconoscere la chiesa, se non gli studenti che frequentano l'Istituto scolastico di via Italico Brass. E anche la maggior parte di questi non saprebbe rispondere alla domanda su cosa ci faccia una chiesa nel cortile di una scuola.
Eppure il luogo è storico e parla di una delle personalità più geniali della storia di Gorizia. E' stato ricordato ieri pomeriggio, nel corso di un semplice ma molto intenso momento di incontro, grazie all'iniziativa del Kulturni dom di Gorizia che ha invitato la cittadinanza a ricordare Valentin Stanič, autentico poliedrico genio.
Nato a Bodrež è stato un autentico "costruttore di ponti", non solo in senso metaforico, ma anche pratico, essendosi adoperato e avendo collaborato al disegno del primo bel ponte che ha collegato le due sponde del fiume nel vicino paese di Kanal ob Soči. Ha lasciato il segno del suo passaggio a Salzburg, dove ha studiato e in diversi altri luoghi dell'Impero asburgico. Si è avvicinato alla Natura, con una speciale passione per la montagna. Tra i primi alpinisti sulla vetta del GrossGlockner, ha conquistato diverse vette, tra le quali il Watzman e molte altre, nelle Giulie e nelle Carniche. Per lui l'arrampicata non era un semplice gesto sportivo, ma un'espressione di amore per i paesaggi naturali. Ha fondato una delle prime associazioni ambientaliste d'Europa, in particolare finalizzata alla tutela degli animali, dimostrando una straordinaria sensibilità verso il mondo degli esseri viventi nel loro insieme. Diventato sacerdote, ha potuto esercitare il suo ministero in ambienti molto poveri, sull'altopiano della Bajnšice e a Ročinj, piccolo borgo a nord di Kanal. La sua grande preparazione gli ha consentito di essere un grande educatore e maestro, donando la dimestichezza con la parola ed elevando il tenore culturale di quei piccoli paesi. Nominato canonico, Valentin giunge a Gorizia nel 1819 e vi resta fino alla morte, non certo per trascorrere una tranquilla pensione. Colpito dall'emarginazione sopportata dalle persone con difficoltà uditive, fonda la scuola per coloro che fino a non molto tempo fa venivano ancora definiti "sordomuti", creando per loro uno spazio di apprendimento, ma anche di socializzazione e di ricreazione. La chiesa nella foto fa parte del complesso voluto dallo Stanič e collega strettamente lo spazio spirituale con quello lavorativo, essendo ad essa collegati i laboratori per l'introduzione ai mestieri. Tra le altre attività, il sacerdote di Bodrež realizza anche una rudimentale tipografia, per tradurre in linguaggio scritto la nobiltà della parola orale. Insomma, per la sua attività di prete maestro, si potrebbe definire un "don Milani" dell'800. Purtroppo Gorizia non ha ricordato a dovere questo suo importante personaggio, come prete appartenente alla tradizione religiosa del popolo sloveno, a metà strada tra il predicatore protestante Primož Trubar e il dolce poeta Simon Gregorčič. Mentre in Germania è dedicato al suo nome il più importante premio alpinistico nazionale e in Slovenia sono stati realizzati lapidi e busti in suo onore, oltre che un sentiero che porta il suo nome e che collega Solkan con Kanal attraverso le creste del Sabotin e del Korada, a Gorizia c'è solo un piccolo parcheggio, un piccolo gesto di riconoscenza dovuto al benemerito sforzo di Aldo Rupel e della commissione toponomastica della Giunta Brancati. Il Comune, ma anche l'Arcidiocesi di Gorizia, dovrebbero certamente ricordarlo in modo più sentito e più degno.

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