mercoledì 24 giugno 2020

Il ritorno del Narodni dom

Mi permetto di dissentire. Trovo che l'"evento" storico più importante del 2020 in Friuli Venezia Giulia sia la restituzione del Narodni dom alla comunità slovena di Trieste. L'auspicio è che la presenza dei due Presidenti della Repubblica, di Slovenia Pahor e d'Italia Mattarella, sia un bel segno del desiderio di procedere con nuovo slancio nel cammino della comunione nella ricchezza delle diversità. L'incendio del Narodni è stato uno dei primi segni della violenza fascista, prodromo di quel razzismo sempre più evidente che condurrà la Nazione fino alle vergognose leggi razziali, proclamate da Mussolini proprio a Trieste nel 1938. La simbolica restituzione è un sacrosanto gesto di riconciliazione, anche se avvenuto quasi un secolo dopo quei tragici avvenimenti.
In questo contesto, la visita al discusso Monumento di Basovizza che ci azzecca? Ammesso e non concesso che quella sia davvero la tomba di tante vittime del periodo della presenza jugoslava in Trieste, in ogni caso ci si riferisce a eventi accaduti al termine della Seconda guerra mondiale, ultimo frutto velenoso di un conflitto voluto dai fascisti e dai nazisti. Che significato ha andare a Basovizza nello stesso giorno dell'inaugurazione del Narodni dom? Perché togliere anche la ribalta mediatica a un evento molto importante, supponendo che i media si scateneranno sulle immagini dei due presidenti che rendono omaggio nello stesso momento alle vittime delle foibe del 1945 e ai fucilati del gruppo TIGR del 1929? Cosa si vuol dire? Forse che l'inchino davanti alla presunta foiba in qualche modo "pareggi" a destra l'effetto della riconsegna del Narodni dom? L'incendio del centro culturale sloveno sarebbe posto sullo stesso piano degli eventi accaduti nel maggio del 1945? Che senso ha?
E anche la "par condicio" proposta da Pahor non ha molto senso, i morti ricordati nell'"altra" Basovizza sono stati fucilati dai tribunali fascisti perché essi volevano difendere i diritti del loro popolo, occupato dagli italiani dopo il Trattato di Rapallo. La visita congiunta ai due siti cosa vuol significare? Non tanto che la violenza è sempre violenza e che la dittatura è sempre dittatura, ma che è equivalente il giudizio storico sugli eventi provocati dal fascismo in venti anni di regime e quello sulle tragedie avvenute contestualmente alla definitiva liberazione dal nazi-fascismo. E questo è storicamente e moralmente inaccettabile, un ritorno alla teoria della riconciliazione delle memorie che si sperava superata dallo sguardo verso un comune futuro, come proposto dal quasi dimenticato Documento della "Commissione storica internazionale" che dal 2001 attende di essere valorizzato non certo come meta finale, ma come semplice punto di partenza per qualsiasi passo successivo.
In conclusione, cari Presidenti! Vivete in pienezza la festa del Narodni dom a Trieste. Al resto dedicate altri tempi e altre giornate...  

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