domenica 28 giugno 2020

Un Profeta fra noi, Aboubakar Souhamoro

Un uomo sta percorrendo il Paese, mettendo in discussione il sistema di vita che provoca invisibilità e marginalizzazione. Si tratta di Aboubakar Souhamoro, sindacalista ivoriano da diversi anni in Italia. Come gli antichi profeti, denuncia e propone. Dichiara finito un modo di gestire il Potere che divide il Pianeta tra poveri e ricchi, tra coloro che sono realmente soggetto di diritti e quelli che invece ne sono sistematicamente privati, dimenticati dalle leggi e dalle regole. Non fa distinzioni tra governi gialli verdi o rosa. Distingue soltanto chi fa gli interessi di tutti, a cominciare dai più fragili e deboli e chi invece si fa in realtà portavoce degli interessi multinazionali dei più ricchi, anche se a parole sembra voler sostenere politiche di giustizia e di equità.
Se la Sinistra è la parte politica che si fa carico dei dolori dei dimenticati e della denuncia di ogni schiavitù, proclamando il diritto al lavoro per tutte e tutti e la realizzazione della giustizia sociale. allora Souhamoro è oggi il vero rappresentante della Sinistra in Italia. E' un difensore dei miseri, ma anche il sostenitore di una Cultura che deve essere espressione di ogni essere umano, valorizzare la realtà di ogni vivente. Per questo è anche un poeta e nei suoi discorsi - regolarmente pubblicati sui canali social - riesce finalmente a scaldare il cuore, a convincere, a trovare armoniose parole la cui forza deriva dalla sofferenza e dalla condivisione.

Come ogni profeta, vuole essere un segno di contraddizione e invita a riunirsi non intorno alla sua persona, ma aderendo e portando avanti le idee di coloro che finora non sono ascoltati, non trovano voce nel consesso della politica attuale. Per questo, ha contestato gli Stati Generali dei ricchi, dove ha potuto incontrare il Presidente Conte dopo essersi incatenato davanti a Villa Doria Pamphili richiamando l'attenzione sulle migliaia di esclusi dai benefici previsti dalle recenti leggi legate al coronavirus. E per questo, in antitesi, ha chiamato al raduno in Piazza san Giovanni a Roma, il "luogo" simbolico per eccellenza del I maggio, del Sindacato e delle lotte operaie, gli Stati Popolari, ovvero non i rappresentanti degli straricchi, ma quelli della gran parte della popolazione italiana e mondiale.

E' giusto sostenere gli Stati popolari. Se daranno voce a cento o mille forme di lotta come quelle evocate da Souhamoro, forse davvero - fuori dalle asfittiche segreterie dei partiti, delle strategie organizzative e delle puntigliose teorie divisorie tra le mille correnti l'una contro l'altra armata - il 5 luglio sarà una data storica. Dall'assemblea di Piazza San Giovanni - e da molte altre piazze del Pianeta, riempite dal grido di chi non vuole sacrificare il futuro al dio denaro - potrà nascere finalmente una vera Sinistra, voce di chi non ha voce, forza autenticamente politica in grado di sovvertire gli attuali rapporti di forza, in Italia, in Europa e nel Mondo

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