mercoledì 10 giugno 2020

Due navi da guerra e il silenzio su Giulio Regeni

Il Governo, o meglio i governi italiani non hanno fatto niente per ottenere VERITA' PER GIULIO REGENI. Questo si sa e non c'era bisogno degli avvenimenti di questi giorni per confermarlo.
La grande commessa militare dell'Italia all'Egitto è un ulteriore scandalo e rivela una duplice evidenza, cancellando silenzi imbarazzati e ipocrisie. 
Da una parte, come chiaro fin dal primo giorno della terribile vicenda del giovane di Fiumicello, "gli affari sono affari" e non c'è diritto umano che tenga. Gialloverdi o giallorosa che siano al potere, il risultato è sempre lo stesso, al fi là delle chiacchiere di circostanza. Se non fosse per la gigantesca mobilitazione resa possibile dalla tenacia della famiglia Regeni, oggi nessuno ne parlerebbe più, come si parla poco di Patrick Zaki e niente delle migliaia di torturati e uccisi in Egitto e in altri Paesi del mondo.
Dall'altra la questione è anche un'altra, e non legata solo al rispetto nei confronti di Giulio, come sembrerebbe intendere la sempre più timida Laura Boldrini. Viene infatti detto, senza mezzi termini e senza trafiletti invisibili nella trentesima pagina dei giornali, che l'Italia è una grande venditrice di armi, a qualsiasi Paese in grado di pagare, compreso quelli dove la tortura è elemento di sistema, i diritti umani sono negati e vige la persecuzione politica e ideologica. I capi del Governo, i ministri della Difesa e quelli dell'Economia si susseguono l'uno all'altro, tutti si inchinano davanti a chi proclama che "la guerra è una follia" e che "i trafficanti di armi sono criminali", tutti nel contempo si adeguano alla legge del dio denaro e di fatto favoriscono in ogni modo la produzione e la vendita dei più sofisticati strumenti bellici. Il Governo Italiano è un trafficante d'armi legalizzato.
Crimi, capo politico del movimento più rappresentato attualmente in Parlamento, afferma che la mancata vendita delle navi da guerra non avrebbe favorito la verità per Giulio Regeni. Scandalosamente, con una sola frase evidenzia l'impotenza dell'attuale maggioranza nell'imporre come minimo il ritiro dell'ambasciatore italiano e la messa in discussione di Al Sisi e nel contempo la mancanza di scrupoli nel vendere all'Egitto e altri Paesi armi finalizzate a uccidere.
A questo punto, non resta altro che ringraziare del fato che in Italia ci siano la famglia Regeni, gli armatori di Mediterranea, i Comitati per l'Accoglienza e la Solidarietà Internazionale, costruttori di pace e di giustizia che mantengono viva la speranza che ancora, "un altro mondo è possibile". 

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