martedì 2 marzo 2021

La Storia di Rosa, due esistenze intrecciate nello spazio del Mistero

E' uno di quei libri che lasci sul comodino, uno di quelli che "appena ho un attimo di tempo lo leggo".

Come tutto ciò che è importante, passa il tempo e quando meno te lo aspetti, te lo trovi in mano e cominci a sfogliarlo. Solo un istante di acclimatamento e poi, via... il libro scorre senza più poterlo fermare, zigzagando fra la mente e il cuore.

L'immagine cha la lettura mi ha ricordato è quella del catino dell'abside della Basilica  di Aquileia, l'elemento artistico della mandorla medievale. E' l'intersezione di due cerchi, lo spazio rivelativo, ciò che si può intravvedere, una specie di porta spalancata che introduce al mistero del divino e a quello dell'umano, nel loro distanziarsi e nel loro intrecciarsi. 

Nella Storia di Rosa, di Paola Cosolo Marangon, i due cerchi sono le vite di due donne, una madre e una figlia, raccontate ciascuna con un proprio tratto, originale e differente da quella dell'altra. Tra le due sfere esistenziali c'è uno spazio di intersezione. E' il mistero insondabile della morte. Il legame che si genera con il concepimento e il parto, diventa definitivo e inscindibile nell'istante della morte, vero elemento che collega il passato al futuro e in una condivisione di essere consente alla Vita di continuare a scorrere sulla Terra.

Il racconto "a due piani" è affascinante, scritto con tratto lieve, avvincente e sottilmente ironico. Si affacciano i problemi dei tempi, dal fascismo alla guerra da una parte, dalla ricostruzione postbellica al tempo di pace dall'altra. Ma sono come piccole cornici che incastonano perle di esistenza. La vita raccontata è sempre semplice, non ci sono luci e suoni, se non nelle descrizioni delle nozze che sconquassano il ritmo della quotidianità. Non c'è bisogno di una trama fantascientifica o straordinaria, perché, come scriveva Benedetto (il santo!), "è il quotidiano che diventa eroico e l'eroico quotidiano". 

Nella sottile ragnatela che caratterizza l'"io" e il "tu", a cominciare dal divenire costante del noi, nei rapporti fondanti tra genitore e figlio, di generazione in generazione, si svolge la maestà della Vita, la sublime avventura umana. Il concepimento, la nascita, la fanciullezza, l'amore, la maternità, la malattia, la morte si rinnovano incessantemente, in una ruota nella quale, per dirla con Terzani, ogni fine è un nuovo inizio. E così via.

Nella profondità delle parole di Paola Cosolo Marangon non mancano riferimenti culturali interessanti, dalla grandi letture delle protagoniste, con il prevalere solenne dei classici alle semplici canzoni italiane dei vari periodi, quasi delle discrete colonne sonore a scandire il proseguo delle narrazioni.

Al di là delle dissertazioni e delle analisi che ogni lettore ovviamente può trovare, scavando in questo piccolo tesoro letterario, resta un aspetto che a volte è difficile ammettere, chissà perché soprattutto procedendo da una sensibilità maschile. Il libro è commovente e in alcuni passaggi, non ci si accorge subito, ma una lacrima spunta, nel realizzarsi di una com-passione profonda che consente anche al lettore di affondare le proprie radici, come quelle dei fiori, nel profondo della terra, per incontrarsi o almeno immaginare di poter ritrovare, i volti dimenticati dei propri cari.

Un libro assolutamente da leggere,.

PAOLA COSOLO MARANGON, Storia di Rosa, Forum 2020 
 

2 commenti:

  1. Sono commossa, grazie di cuore per questa recensione

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  2. Andrea mi sono veramente emozionata nel leggere le bellissime parole espresse nei confronti del libro di Paola.

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