domenica 31 maggio 2020

Un grido di dolore... da ascoltare, prima che sia troppo tardi

Premessa (non si sa mai): dietro ai manifestanti arancioni c'è il soffio del neofascismo e i loro punti programmatici rasentano la farneticazione. Inoltre, la trasgressione ostentata delle leggi a meno che non impongano un'obiezione di coscienza, è molto pericolosa per la civile convivenza e per il rispetto del bene e dei beni comuni. L'imposizione delle mascherine e il divieto di assembramento possono trovare i cittadini più o meno concordi, ma non si può certo pensare che siano norme liberticide o disumane. Devono pertanto essere osservate, ovunque ma soprattutto nei luoghi in cui la pandemia ha mietuto più vittime e provocato più danni.
Detto doverosamente questo, non si può nascondere la realtà dietro ai colori più neri che arancioni delle piazze. Milioni di persone sono state messe in ginocchio dalle "serrande abbassate" (traduzione italiana del lockdown) e attendono risposte assai complicate da una classe politica che si trova in evidente difficoltà. I proclami sono tanti, ma i fatti sono pochi e non sempre per mancata volontà da parte dei decisori. La pioggia di provvedimenti - a volte surreali, anche dal Governo ci si potrebbe attendere qualche autocritica - scoraggia la ricerca delle soluzioni e le complicazioni burocratiche rendono particolarmente delicato l'accesso ai promessi benefici. La relazione con l'Europa è critica, con un percorso ondivago corrispondente all'identità di un Consiglio dei Ministri condizionato dalle opposte esigenze dei suoi membri. Il titolo V della Costituzione ha dimostrato, se ce ne fosse stato bisogno, tutta la sua debolezza stemperando l'urgenza degli interventi in una lotta continua tra Stato e Regioni. Le piazze di mezzo mondo si riempiono intanto di contenuti ben più pregnanti e solidi di quelli dei penosi "arancioni", dai ciclisti che stanno mettendo a dura prova il governo Janša in Slovenija alle folle che sfidano la violenza incredibile della polizia di Trump negli Stati Uniti sconvolti dal delitto John Floyd.
I velivoli militari producono inquinamento acustico e seminano nuvole colorate sui cieli dei capoluoghi italiani, panem et circenses. Suscitano qualche applauso e numerose critiche. Soprattutto non basta voler accendere un anacronistico "orgoglio italiano" per evitare di porsi delle grandi e importanti domande, sul presente e sul futuro. Non è più il tempo degli esperti che disquisiscono di tutto e di più, è il momento dell'autentica Politica con la P maiuscola, in grado di trarre fuori dal guado l'Italia, l'Europa e il Mondo, in una nuova dimensione, non più neoliberista, ma autenticamente sociale e solidale.
E la Sinistra? Una parte di essa sembra troppo allineata al Governo di cui fa parte per smarcarsi dalle scelte più lontane dalla propria tradizione. Un'altra parte non riesce a organizzarsi e a proporre in modo coerente ed efficace una risposta di massa al grido di aiuto e di dolore. E tanti cittadini, troppi, si sentono attratti da una Destra semplificatrice, razzista e populista. Occorre rendersene conto, demonizzare i sobillatori è giusto, il fascismo è un reato, non un'opinione. Ma alle folle esasperate che li seguono non sarà sufficiente presentarsi stracciando le vesti. E' urgente ritrovare unità e trasformare gli ambiziosi programmi di una nuova Internazionale Progressista in scelte quotidiane e concrete da attuare a tutti i livelli, dagli enti locali agli organismi planetari, prima che sia troppo tardi...

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