giovedì 7 maggio 2020

Che cosa ci lascerà la pandemia?

La parola greca παν/δημια significa "qualcosa che coinvolge tutto il popolo". Un po' come la demo-crazia. Condizione perché la pan-demia possa essere un approfondimento e non la fine della demo-crazia è che ciascuno rifletta sul che cosa è stato e sul cosa sarà. Ringrazio di cuore Nevio Costanzo che offre oggi questo importante spunto di discussione. Buona lettura... ab 

Cosa ci lascerà questa pandemia, oltre la perdita di persone, di lavoro? I sacrifici di tutti saranno valsi a qualcosa? Ma la domanda più appropriata è “Cosa ci ha insegnato la pandemia?”

Abbiamo imparato a fare il pane in casa, messo a posto librerie e collezioni di dischi; i fiori sui balconi e terrazze meritano premi, abbiamo chiesto al vicino se aveva bisogno di qualcosa, condiviso la rete WiFi con chi ne era sprovvisto.

Abbiamo fatto camminate sul Calvario e sul Sabotino, scoperto nuovi luoghi dietro casa.I genitori hanno potuto insegnare ai loro figli l’andare in bici lungo le strade cittadine, per le poche auto in circolazione.

Siamo usciti ad acquistare il pane, il quotidiano, andando a piedi o in bici quando prima, per abitudine, l’auto era la nostra poltrona viaggiante, aumentando la sedentarietà.

Il problema che si pone adesso è quello legato alla mobilità. I mezzi pubblici hanno già molte restrizioni per evitare la prossimità dei passeggeri.
Come ben documentato, una parte dell’inquinamento atmosferico deriva dall’abuso dell’automobile privata.

Quindi, l’auto privata sarebbe il sostituto? Le Amministrazioni di Milano, Firenze, Roma ecc. ed anche europee, non hanno lo spazio fisico per assorbire altre automobili.

Un'auto parcheggiata occupa venti lo spazio di chi va a piedi o in bici, e quaranta quando è in movimento, informa Luca Bertolini urbanista.
Inoltre, quando lo spostamento casa lavoro - casa scuola non supera i quattro - cinque chilometri, è più pratico e conveniente usare la bici.

Come si stanno attrezzando queste città? Realizzano piste ciclabili, per favorire al massimo lo spostamento con la bici per evitare l’intasamento dei mezzi pubblici. Piste ciclabili temporanee, che potrebbero diventare definitive.

Gorizia è piccola, non ha i problemi delle grandi città, si dice, ma è meglio migliorare ed allargare l’orizzonte pensando di programmare una mobilità intercomunale / internazionale proprio per non disperdere quanto abbiamo, nonostante tutto, imparato a beneficio nostro, dell’Ambiente.

Nevio Costanzo

Nessun commento:

Posta un commento