lunedì 11 maggio 2020

Je suis Aisha...

Dove siamo arrivati? Quello che è accaduto tra sabato e lunedì va al di là della semplice etica individuale o deontologia professionale. Si profila un  vero e proprio disegno di chi, approfittando dell'abissale ignoranza dei più in materia religiosa, vuole recuperare un facile consenso in un periodo non troppo semplice per le mire dei populisti. 
Il giorno dopo la liberazione di una persona rapita nel cuore dell'Africa, invece di riempire i media di espressioni di immensa gioia e di ringraziamento nei confronti di tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere tale obiettivo, una parte del giornalismo e del mondo social italiano si cimenta nell'impresa di raggiungere il peggio del peggio dell'informazione, sulla scia degli squallidi politici di riferimento.
Certo, trent'anni di indottrinamento da parte delle televisioni berlusconiane, il razzismo e il populismo fascio-leghista e la cronica divisione e debolezza della sinistra italiana, tutto ciò ha portato tanta ignoranza e analfabetismo culturale.
Ma a tutto c'è un limite e stavolta sembra proprio essere stato superato. Non si parla degli insulti di ogni tipo piovuti su una giovane che ha voluto dedicare parte della sua vita alla cooperazione e alla solidarietà internazionale. Non se ne può parlare perché la vicenda di una persona così aperta e generosa come Aisha verrebbe svilita se solo si prendessero in considerazione le corbellerie sputate da iperpagati guardoni patologici che si continua ancora a nominare con il nobile termine di "giornalisti".
Tuttavia non si può tacere del tutto. Le bestemmie contro di lei sono anche bestemmie contro l'Islam e manifestano il livello becero di una parte del popolo italiano che non conosce neppure i più elementari rudimenti del cristianesimo e si permette di disquisire sul significato di una straordinaria Religione, professata da un miliardo e mezzo di persone. No, questa ignoranza è davvero insopportabile. Non sapere cosa ci sia scritto nel Corano, non avere un'idea neanche lontana del lungo percorso della storia islamica, non sapere nulla delle complesse e spesso estremamente costruttive relazioni tra Islam, Cristianesimo e religioni, non dialogare con nessun musulmano senza quindi avere la minima idea di ciò che molti imam e fedeli stanno portando avanti per la causa della pace nel mondo, confondere autentica pietà e elevatissima spiritualità con marginali istanze politiche di matrice armata... trovarsi in questa situazione e voler sparare assurde e ignoranti sentenze, rivela il venefico obiettivo - dichiarato o nascosto che sia - di voler riacquistare un appannato consenso tentando in-coscientemente di costituire una frangia di pericoloso e violento integralismo cattolico, potenzialmente distruttivo, oltre a tutto (per fortuna) esplicitamente sconfessato e condannato da chi guida in questo momento la Chiesa Cattolica nel suo insieme. 
Davvero preoccupante...

2 commenti:

  1. Spiace davvero che, di fronte alla felice conclusione di un lungo sequestro ... una ragazza giovane e generosa tornata a casa, sana e salva per riabbracciare gli affetti di una vita ... cosa c'è di male? Cosa c'è di oscuro? Cosa ne sappiamo delle ragioni che hanno portato alla sua conversione all'Islam? Nel buio del sequestro, nella mancanza di appigli la lettura del Corano può essere stato l'elemento che l'ha supportata e magari, questo è il mio augurio, l'ha portata a una conoscenza più profonda di sè ... Del resto vale la pena ricordare che cristiani, mussulmani ed ebrei professano tutti la stessa fede nel Dio di Abramo ... Personalmente mi chiedo spesso se le tre religioni abramitiche siano più da considerarsi come tre confessioni della medesima religione abramitica o, ancor prima, del patto noaico ... visione ardita ma su cui credo valga la pena riflettere.

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  2. Incredibile e indegno il modo in cui è stata accolta e diffusa la notizia della liberazione di questa ragazza dopo un sequestro durato un tempo lunghissimo. Facile esprimere giudizi e condanne su qualcosa che solo questa ragazza sa e ha sperimentato e pensato durante la sua lunga prigionia. Facile farlo stando seduti su un divano o davanti alla tastiera di un pc, senza provare neppure per un momento a mettersi nei panni di questa ragazza tornata libera tra noi. La sua conversione? Nessuno di noi ha il diritto di giudicare le scelte altrui in campo religioso.

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