sabato 9 maggio 2020

9 maggio 1950 - 9 maggio 2020


upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/...
"Sogno un’Europa in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito a un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia" (Francesco)
Oggi è la Festa dell'Europa. Si ricorda la data della Dichiarazione Schuman del 1950. Il giorno dopo la memoria dei cinque anni trascorsi dalla fine ufficiale della Seconda Guerra Mondiale in Europa, prendeva avvio da quel momento il lungo percorso verso l'integrazione fra i paesi europei.
Sono passati 70 anni e in questi giorni l'idea - nata peraltro dalla riflessione di un gruppo di illuminati intellettuali confinati durante il fascismo nella sperduta isola di Ventotene - sembra più che mai importante e più che mai lontana dall'essere realizzata.
Avrebbe dovuto essere l'unione degli stati europei. In realtà, fino al 1989, è stata quella di una piccola parte di essi, più della metà infatti ne erano esclusi e tra gli uni e gli altri passava un confine talmente alto da essere definito "cortina di ferro". Inoltre il legame tra gli aderenti è stato essenzialmente legato a interessi economici, anche per la non realizzata democratizzazione degli organi gestionali. Fatto sta che dai singoli Stati la "cessione di potere" all'Unione è stata piuttosto debole: la Banca Centrale, la moneta unica (non per tutti), una Commissione di fatto svincolata dal controllo del Parlamento con conseguente fragilità del sistema di rappresentanza, l'intervento cooperante in diversi ambiti del sistema di ciascuno insieme a regole a volte più penalizzanti che facilitanti. Non è certo questo il sogno del federalismo europeo, non realizzato neppure dopo l'ingresso dei Paesi dell'est che hanno portato - in particolare la Polonia e l'Ungheria - venti di populismo e chiusura in quella che sempre di più appare come una "fortezza" e non un luogo di solidarietà e di scambio.
Il coronavirus ha impietosamente rivelato l'incapacità di trattare un grande problema comune come un impegno da affrontare tutti insieme e non come una specie di guerra dove nel "tutti contro tutti" l'unico a guadagnarci è stato ed è proprio il vero infinitesimale ma potentissimo "nemico".
La soluzione non sta nel chiudere le porte all'idea della coesione europea o alla speranza che il suo reale funzionamento possa preludere alla costituzione degli Stati Uniti del Mondo. Senza negare l'intrinseca debolezza attuale, occorre rilanciare la proposta di una coesione continentale e mondiale che superi gli attuali egoismi e l'asservimento alle lobby affaristiche planetarie. Per fare questo occorre che il Green New Deal, lanciato due anni fa dal movimento Diem25 con Yanis Varoufakis e divenuto poi una specie di slogan talmente ripetuto da essere del tutto svigorito, torni a essere il punto di riferimento per le politiche globali e locali. In altre parole, si tratta di coniugare strettamente la giustizia sociale - e quindi il tema del diritto al lavoro (lavorare meno lavorare tutti), al giusto salario, alla sicurezza, al rispetto delle diversità, all'autentica democrazia, al contrasto alle povertà - con la tutela dell'ambiente - e quindi la lotta contro l'inquinamento, il contrasto ai cambiamenti climatici, il rispetto e la tutela di tutti gli esseri viventi, il comune affronto dei disastri naturali. Perché ciò accada, è indispensabile ritornare al punto di partenza: la Cultura, ovvero la concezione del mondo frutto dell'incontro e del dialogo tra le diverse visioni (in altre parole la Cultura fondamento dell'autentica Democrazia). Ne saremo capaci? Si realizzerà il grande ideale pronosticato da Schuman - e non solo da lui - dell'unità nella diversità, non solo dell'Europa ma del Mondo intero? Il "grande silenzio" indotto dal coronavirus porterà a un risveglio, a un vero "nuovo corso" oppure porterà al sonno definitivo della ragione?

Nessun commento:

Posta un commento