sabato 30 maggio 2020

Alla scoperta di Gorizia: Via Franconia

Nevio Costanzo, che ringrazio molto, propone la ripresa di un itinerario goriziano bellissimo, sostanzialmente dimenticato dai più e definitivamente sepolto dagli interminabili (nel senso che non finiranno mai!) lavori per la costruzione degli ascensori in castello. Per me era il biglietto da visita che mostravo ai visitatori, accompagnandoli sul castello attraverso la Via Franconia. Come tanti ricordi - perfino una pista da sci di fondo da condividere due o tre volte negli inverni di qualche decina d'anni fa - suscita la collina sovrastante l'Arcivescovado... ab


Ci sono alcune vie di Gorizia che meriterebbero di essere valorizzate, oltre a quelle cosiddette centrali. Una di queste è via Franconia, una laterale di via del Rafut, - toponimo particolare - ma non meno interessante del trittico vicolo del molino, via del Poligono e via della Cappella, quasi dirimpettaie a questa che ricorda il nome di un vitigno ed una regione geografica tedesca.
La via in oggetto è recentemente ritornata alle cronache in quanto strada di accesso al cantiere per la realizzazione della ormai storicizzata salita meccanica al castello di Gorizia, ove all’interno del perimetro, in più occasioni, sono state rinvenute testimonianze della precedente presenza dell’uomo.
La strada, più gentilmente, la via, ti porta dentro ad un bosco. Un bosco in città. Ed è una ricchezza che poche città possono vantare. Ma come scrivevo all’inizio, può/deve essere valorizzata. In qualche “cassetto” dovrebbe esserci ancora un progetto il cui scopo era quello di collegare il colle del castello con quello della Castagnavizza  e con l’ex Seminario (ora sede universitaria). Un progetto transfrontaliero.
In questo periodo, facendo di necessità virtù, abbiamo imparato quanto è importante muoversi con le proprie gambe (piedi - bici) e, probabilmente, scoperto anche apprezzato luoghi poco conosciuti, prima celati dal parabrezza o finestrino dell’automobile.
Un passaggio importante, quello di via Franconia, che come qualcuno ricorda, collegava la zona del Rafut a via Carducci, costeggiando il parco dell’Arcivescovado.

Nevio Costanzo (testo e foto)



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