Gorica, da Sveta Gora |
Perché visitare Nova Gorica e Gorizia, nel corso dell'anno 2025?
In altre situazioni, la capitale della Cultura era già conosciuta di per sé e l'anno celebrativo non ha fatto altro che migliorare le infrastrutture e incentivare le visite, accompagnate da un ricco programma culturale, di ordine espositivo, musicale, teatrale e storico.
Nella realtà "Goriziana", che cosa può esserci di noto e di attrattivo che consenta a un potenziale visitatore di esclamare: "ah, avrei da sempre voluto andarci, già che c'è colgo l'occasione della capitale della Cultura"?
Qualcuno potrebbe rispondere "la prima guerra mondiale". Sì, soprattutto in Italia i nomi di Gorizia, del Sabotino, di Podgora (o meglio, "del" Podgora, citando un classico errore di trasposizione del nome di un paese al monte sovrastante), sono scritti sui cartelli di tante vie e più o meno si sa di che cosa si stia parlando. Tuttavia, non può essere certo la memoria di una simile tragedia la giustificazione di un onore così grande quanto quello di essere capitale della cultura. Qualcun altro potrebbe dire "Nova Gorica, una città totalmente nuova, testimone dei diversi stili architettonici della seconda metà del Novecento". Tuttavia, senza nulla togliere all'effettivamente assai interessante storia della "nuova" Gorizia, non sembra sufficiente per richiamare visitatori dall'Europa e dal mondo. Forse si potrebbe pensare alla qualità delle mostre e delle memorie - per ora si è fatto riferimento ai grandi Mušič, Pelhan e Basaglia - tutte ottime proposte per far conoscere alcuni aspetti, anche molto significativi e importanti del territorio, ma non per approfondire una conoscenza che dovrebbe essere previa.
E allora? Allora si dovrebbe allargare l'orizzonte e cogliere la realtà di Nova Gorica con Gorizia all'interno di un contesto molto più ampio, questo sì già potenzialmente molto noto e interessante. Solo per portare alcuni esempi, l'Isonzo Soča, soprattutto nel suo alto corso, è una meraviglia della Natura talmente apprezzata da essere stato definito il più bel fiume d'Europa. Il Collio/Brda, con i suoi paesaggi e i suoi vini, sta per diventare patrimonio UNESCO, così come la Vipavska dolina, strapiena di memorie storiche, compresa la famosa battaglia della Bora del 394 d.C. dopo la quale, secondo molti studiosi è iniziato il medioevo cristiano. Soprattutto è importante Aquileia, non a caso il secondo sito più visitato in Friuli-Venezia Giulia dopo Miramare, con presenza che si aggirano complessivamente intorno alle 400.000 persone (il castello della vecchia Gorizia, quando era aperto, raggiungeva a stento i 40.000).
Perché non valorizzare tutta questa ampia zona, servendosi di ciò che già esiste per convincere gli incerti a un bel viaggio nel cuore dell'Europa, offrendo poi, "a sorpresa" la straordinaria bellezza della vicenda di un luogo dove - come già più volte segnalato - i segni di troppe guerre sono stati trasformati in forze motrici di pace e giustizia, quelli di ingiuste oppressioni in gesti di liberazione? Per realizzare questo obiettivo, oltre a includere come "parte integrante" la storia dell'intera zona transfrontaliera definita "Goriška, Goriziano", si potrebbe ricostruire la vita del popolo, con la sua spiritualità, concretezza, lingue e vita sociale, nella sua evoluzione dal periodo preromano aquileiese fino all'attuale, nuova e assai originale Capitale europea della Cultura. Un'esposizione generale, una serie di incontri e approfondimenti, anche ovviamente sul piano artistico, teatrale e musicale, potrebbero offrire anche alla popolazione locale la consapevolezza del privilegio di vivere in questa terra e un ulteriore strumento per essere - ciascun abitante - pienamente protagonista.
Perché, si ribadisce aggiungendo un umile "secondo me", o la Capitale della Cultura apparterrà a ogni cittadino e cittadino, oppure semplicemente non sarà...
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