Il punto focale su cui tutti gli intervenuti si sono trovati d'accordo è la percezione del fatto che l'accessibilità dei luoghi d'arte non riguarda una particolare sensibilità da acquisire nei confronti dei portatori di qualsiasi tipologia di disabilità, bensì del rispetto di un fondamentale diritto della persona. Come parlare infatti di "patrimonio UNESCO" o di proprietà dell'intera umanità, se delle persone sono escluse dalla possibilità di visitare ciò che a tutti appartiene? Molto interessante è stato anche l'unanime richiamo alla comprensione delle segnaletiche e alle norme di sicurezza, le quali devono essere intese come opportunità per qualsiasi persona, dal momento che il loro rispetto permette di affrontare con minore rischio qualsiasi emergenza possa capitare in ogni possibile situazione. Particolarmente significativi sono stati anche i racconti delle esperienze in atto per ciò che concerne l'eliminazione delle barriere architettoniche, in particolare sui ponticelli di Venezia e nell'Arena di Verona, in preparazione agli eventi olimpici e paralimpici che si svolgeranno in essa.
In questo contesto nazionale, si è inserito anche il racconto della Basilica di Aquileia. In accordo con Fondazione Aquileia e Museo Archeologico Nazionale, si sta portando avanti un significativo programma di accessibilità e inclusività, che prevede tra l'altro la formazione di guide non vedenti e non udenti, in grado di far comprendere a tutti i visitatori, gli aspetti del patrimonio artistico che normalmente sfuggono all'attenzione. E' previsto anche il rinnovamento degli strumenti audio e video, oltre che dei supporti tattili, in modo da consentire nella massima misura possibile la fruizione universale dei beni culturali. Insomma, è stata una bella esperienza che ha allargato al rete di conoscenze e di opportunità, con la finalità di raggiungere insieme il comune obiettivo di consentire l'accesso a ciò che appunto a tutti appartiene.
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