Napoli, con tutte le sue contraddizioni, è una città meravigliosa.
Sono belli i luoghi di arte e di cultura, dal Museo Archeologico Nazionale alla nuova Galleria d'Italia, attualmente con una stupenda esposizione dedicata ad Artemisia Gentileschi, dalle innumerevoli chiese ai pittoreschi decumani, senza ovviamente trascurare gli sguardi panoramici con l'immancabile Vesuvio sullo sfondo.
Ancor più belle, come del resto ovunque, sono le Persone, i Napoletani. Sono spesso vituperati al nord, vivono indubbiamente situazioni difficili e i rioni parlano certo sempre la lingua della giustizia e della legalità. Tuttavia c'è una speciale capacità di accoglienza, di far sentire l'ospite a proprio agio, di presentare con orgoglio la bellezza della propria storia. Certo, è la vicenda di una metropoli che un tempo fu sede di un grande Regno, una capitale d'Europa, mentre oggi vive con un miscuglio di speranza e disperazione la propria geografica e politica marginalità.
Tra le mille esperienze possibili, è da consigliare una visita alle Catacombe di san Gennaro. Sì, le catacombe non sono soltanto a Roma, ma anche a Napoli, cimiteri precristiani e cristiani scavati nel tufo della collina di Capo di Monte. Hanno affreschi parietali importanti e raccontano una comunità viva, capace di utilizzare il linguaggio ordinario dei primi secoli per trasmettere il messaggio della nuova fede nel Risorto. Anche qua, al di là del grande interesse del sito archeologico, è da rimarcare la storia di vita delle guide e del loro rione Sanità, proprio quello che fino a non molti anni fa veniva accompagnato dall'aggettivo "famigerato".
Il nostro accompagnatore, Emanuele, racconta che dopo la laurea in storia medievale aveva trovato lavoro nel centro di Napoli, con uno stipendio di 9 euro al giorno (sì, proprio al giorno, non all'ora). Prima di fuggire al Nord, come tanti altri coetanei, incontra la Paranza, una cooperativa sociale inserita in un progetto di rilancio e trasformazione del rione. Da allora, insieme a una quarantina di altri colleghi, lavora per restituire alla città e ai turisti luoghi dimenticati e abbandonati. E - afferma - "cosa si potrebbe desiderare di più che svolgere il lavoro per il quale ci si è tanto impegnati e che da sempre si è sempre sognato?" Il progetto prevede azioni culturali, ma anche imprenditoriali e sportive, senza dimenticare la creazione di occasioni per tirare fuori i giovani da situazioni di potenziale o reale devianza, rendendoli protagonisti del futuro loro e del loro territorio.
In questo modo, in pochi anni, grazie anche all'intuizione di un parroco illuminato e dei suoi collaboratori, il rione Sanità è diventato sempre più noto e, per chi ha l'occasione e la fortuna di visitarlo, sempre più interessante e attraente per tutti i visitatori. Vale la pena di addentrarsi tra i trafficati e rumorosi vicoli della zona che ha visto nascere il grande Totò e che ora vede rinascere la voglia di vivere e di rimanere. Tra le altre attività, da qualche settimana è stata aperta anche la "Locanda del Monacone", un'altra realtà di giovani che sono stati sostenuti nel loro desiderio di realizzarsi, senza dover lasciare la propria amata terra per andare a cercare fortuna altrove. Un pranzo da loro - o meglio "con" loro - è un'avventura di conoscenza, di dialogo e di grande simpatia. Inoltre, fatto non trascurabile, è un ristorante che garantisce un menù rigorosamente "napoletano", preparato con grande cura, al punto che al fondo, rimane solo l'imbarazzo della scelta.
Grazie per questo quadretto di una nuova Napoli possibile, che senza rinunciare alla propria tradizione, riesce a vincere le sue paure e a presentarsi al mondo nella veste che la caratterizza più del Vesuvio e dei tanti monumenti, quella di una costruttiva e spettacolare Umanità.
Napoli è la città più bella del mondo e i napoletani contribuiscono a renderla tale. Prima della forzata dis-unità d'Italia, quando regnavano i Borbone, Napoli era uno splendore, sotto tutti i punti di vista. E' stata scientemente distrutta dalla massoneria.
RispondiEliminaSe nel 2017 mi fossi trasferita a Napoli invece che a Gorizia, non mi sarei sentita sola nemmeno un minuto. Amo Napoli e i napoletani. Patrizia Socci