lunedì 4 ottobre 2021

Finalmente, un timido sorriso anche per chi guarda verso sinistra

Con tutti i sondaggi nazionali orientati verso la celebrazione delle formazioni di Destra proiettate verso una maggioranza assoluta in Parlamento, può sorprendere l'evidente trionfo della sinistra moderata nelle elezioni amministrative riguardanti alcune fra le numericamente più importanti città italiane.
Milano, Bologna e Napoli vedono passare al primo turno i candidati sostenuti dal PD e spesso da inedite maggioranze comprendenti anche formazioni più o meno civiche o esplicitamente di sinistra. A Roma Gualtieri dovrebbe passare al ballottaggio senza troppi problemi, forse con maggiore difficoltà il candidato del centro sinistra a Torino. Neppure a Trieste, che molti davano conquistata al primo turno da Dipiazza, il centro destra può dormire in questi quindici giorni sonni tranquilli, incalzato da Russo che sarà di certo sostenuto dalla piacevole e giovane sorpresa Laterza con Adesso Trieste e dagli altri rivoli superstiti della Sinistra. Si aggiunga naturalmente l'elezione di Letta in Parlamento e si può comprendere come il Partito Democratico, dopo anni non propriamente entusiasmanti, può finalmente abbozzare un sorriso. Si spera, senza montarsi troppo la testa. Ha senz'altro ritrovato un ruolo centrale nell'asse politico del centro sinistra e della sinistra italiani, ma non per questo può pensare di poterne fare a meno, occhieggiando magari a destra con l'unico fine di mantenere il potere.
La destra si può consolare con la Regione Calabria, con cittadine di media dimensione come Pordenone e con tanti piccoli Comuni sparsi nella Penisola. Tra essi c'è anche il "mio" Aiello del Friuli, dove l'inspiegabile estromissione del sindaco in carica da parte della sua maggioranza e il contestuale spostamento verso il centro destra del gruppo che ha mantenuto il nome e rivendicato i "successi" dell'amministrazione uscente, non hanno evidentemente prodotto i risultati sperati.
Il risultato è stato sorprendente fino a un certo punto, in realtà le previsioni degli ultimi mesi segnavano una forte discontinuità tra i sondaggi relativi alle preferenze politiche nazionali e quelli riguardanti i candidati sindaco nelle grandi città. Ciò significa che occorre mantenere desta l'attenzione, il Paese si sta spostando pericolosamente verso derive razziste e fasciste e, nonostante il più o meno alto apprezzamento riservato alle personalità che si sono presentate per rivestire la carica di sindaco, c'è da supporre che prima delle prossime elezioni politiche nazionali ne vedremo ancora delle belle.
Se si può raccogliere un messaggio più precisamente politico, sembra evidente una strada da percorrere, soprattutto nelle elezioni a doppio turno. Se in passato sembrava sostenibile ed efficace la proposta di tanti candidati sindaco stretti da alleanze elettorali per il secondo turno, oggi non è più così. Sembra invece funzionare lo schema "più liste con un unico candidato sindaco". Naturalmente i patti devono essere chiari e sarà interessante vedere come andranno avanti coalizioni tanto articolate e diversificate come quella che ha portato Lepore alla vittoria a Bologna. Perché spesso può essere relativamente facile convincere gli elettori, mettendo insieme le diversità, ma è certamente più delicato amministrare per cinque lunghi anni, se appunto non si hanno idee condivise e percorsi almeno tendenzialmente comuni. 
Se non lo si fosse capito, è un messaggio subliminale anche alla sinistra e al centro sinistra goriziani, o meglio goričani, dove l'"unità nella diversità" potrebbe essere confrontata anche con un gruppo di lavoro - e forse poi una lista - con lo stesso simbolo a Nova Gorica e Gorizia, accomunate nel 2022 dalle elezioni locali..
Come infine non riconoscere che il vero vincitore di questa tornata elettorale è l'astensionismo, giunto a Roma, come pure a Trieste, oltre la soglia della maggioranza assoluta? Ciò significa che chi amministra una città lo fa, di fatto, con il consenso di fatto, al massimo del 25% dei voti degli elettori, tre cittadini su quattro non scelgono di fatto il loro sindaco. Certo, è la regola ella democrazia rappresentativa, tuttavia è anche un segnale importante del quale si deve tenere conto, se non si vuole cadere dalle nuvole nel momento in cui il sistema democratico manifesta tutti i suoi limiti e le criticità. 
Buon lavoro quindi a tutte e tutti gli eletti, nella certezza che gli enti locali consentano ancora quello stretto rapporto tra cittadino e suo rappresentante che dovrebbe caratterizzare l'autentica Politica.

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