Sta per iniziare il concerto, presbiterio di Sveta gora |
Dopo il momento liturgico, musicisti e suonatori hanno riempito il presbiterio, offrendo a tutti i presenti uno straordinario concerto di canti partigiani. Con un arrangiamento musicale delicato e coinvolgente, hanno entusiasmato ed emozionato. Le parole e le note che risuonavano sotto le volte del tempio mariano, hanno consentito di comprendere quanto l'esperienza della fede - nella sua dimensione più profonda e autenticamente laica - possa essere radicata nel cuore delle persone. Quando non viene soffocata nella prigione delle prescrizioni religiose o delle regole canoniche, può diventare punto di riferimento e di profonda comunione tra persone che hanno i medesimi obiettivi esistenziali, anche se appartenenti a differenti concezioni del mondo.
In Italia nelle chiese cattoliche non è - almeno ufficialmente - consentito eseguire canti o brani musicali non legati direttamente alla ritualità, addirittura spesso si arriva a vietare Beethoven o Mozart, in quanto alcune loro composizioni non sono finalizzate alla liturgia e quindi non sono ritenute degne di una chiesa. Chi ha avuto la sorte di partecipare al bellissimo concerto a Monte santo, si è sentito coinvolto dall'armonia e dalla forza delle musiche partigiane, ma soprattutto si è sentito parte di un'umanità solidale, accomunata dal desiderio di costruire, anche a costo della propria vita, un mondo migliore, radicato in una pace che non può essere autentica senza giustizia e senza libertà.
In questo senso l'evento è stato veramente "sacro", intendendo con tale concetto ciò che vince l'egoismo e fa sì che la persona vada oltre alla propria dimensione individuale e si senta corresponsabile del bene da seminare tra gli altri esseri umani e più in generale tra tutti i viventi. Ci si può in questo modo davvero riconoscere tutte e tutti, sorelle e fratelli o, come più volte ripetute sabato, compagne e compagni nel cammino della medesima umanità.
Padre Bogdan Knavs |
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