domenica 17 ottobre 2021

Canti partigiani nella chiesa di Sveta gora (Monte santo)

Sta per iniziare il concerto, presbiterio di Sveta gora
L'orchestra e il coro Partizanski pevski zbor di Ljubljana hanno accompagnato, lo scorso sabato pomeriggio nella chiesa di Monte santo (Sveta gora), la celebrazione in memoria dei partigiani caduti per la libertà. Nel corso di una solenne Messa, sono stati ricordati coloro che hanno donato la loro vita nella lotta di Liberazione dal nazifascismo, coloro che hanno contribuito in modo decisivo non solo a sconfiggere gli oppressori, ma anche a salvare la vita, la cultura e l'arte del popolo sloveno.

Dopo il momento liturgico, musicisti e suonatori hanno riempito il presbiterio, offrendo a tutti i presenti uno straordinario concerto di canti partigiani. Con un arrangiamento musicale delicato e coinvolgente, hanno entusiasmato ed emozionato. Le parole e le note che risuonavano sotto le volte del tempio mariano, hanno consentito di comprendere quanto l'esperienza della fede - nella sua dimensione più profonda e autenticamente laica - possa essere radicata nel cuore delle persone. Quando non viene soffocata nella prigione delle prescrizioni religiose o delle regole canoniche, può diventare punto di riferimento e di profonda comunione tra persone che hanno i medesimi obiettivi esistenziali, anche se appartenenti a differenti concezioni del mondo.

In Italia nelle chiese cattoliche non è - almeno ufficialmente - consentito eseguire canti o brani musicali non legati direttamente alla ritualità, addirittura spesso si arriva a vietare Beethoven o Mozart, in quanto alcune loro composizioni non sono finalizzate alla liturgia e quindi non sono ritenute degne di una chiesa. Chi ha avuto la sorte di partecipare al bellissimo concerto a Monte santo, si è sentito coinvolto dall'armonia e dalla forza delle musiche partigiane, ma soprattutto si è sentito parte di un'umanità solidale, accomunata dal desiderio di costruire, anche a costo della propria vita, un mondo migliore, radicato in una pace che non può essere autentica senza giustizia e senza libertà.

In questo senso l'evento è stato veramente "sacro", intendendo con tale concetto ciò che vince l'egoismo e fa sì che la persona vada oltre alla propria dimensione individuale e si senta corresponsabile del bene da seminare tra gli altri esseri umani e più in generale tra tutti i viventi. Ci si può in questo modo davvero riconoscere tutte e tutti, sorelle e fratelli o, come più volte ripetute sabato, compagne e compagni nel cammino della medesima umanità.

Padre Bogdan Knavs
Regista e guida di questo avvenimento è stato padre Bogdan Knavs, l'attuale giovane, decisamente coraggioso e intraprendente guardiano del santuario. Una guida come lui potrà veramente fare di Monte santo/Sveta gora ciò che è stato nei secoli passati, ma con nuovi e ancora inesplorati orizzonti. Per le genti slovene, friulane e italiane è sempre stato un importante riferimento, visibile semplicemente alzando lo sguardo dalla Laguna di Grado alla campagna aquileiese, dalle montagne innalzate sulle valli dell'Isonzo e della Vipava, dalle città di Gorizia e Nova Gorica. Ora, anche in vista della capitale europea della Cultura 2025, potrebbe essere un luogo di spiritualità universale, dove potersi incontrare come credenti e non credenti, come appartenenti a differenti concezioni della vita e della fede, come partigiani che lottano per la libertà dei propri popoli, ma anche per l'abbattimento dei muri e dei reticolati che impediscono all'Europa di essere modello di accoglienza e umanità, "una" nella valorizzazione delle sue diversità.

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