venerdì 22 ottobre 2021

E ora, spazio ai filosofi e agli artisti...

Verso il grande evento (foto Nevio Costanzo)
L'incontro tra Borut Pahor e Sergio Mattarella a Nova Gorica e Gorizia è stato un evento di grande importanza. Come è stato detto, un confine che è stato in passato sinonimo di distanza e divisione, oggi è diventato punto di incontro e di amicizia tra i popoli.

I due presidenti hanno ricevuto gli onori nella piazza principale di Nova Gorica, hanno visitato i ponti di Salcano, hanno incontrato i cittadini, attraversato le vie di Gorizia, celebrato l'unità di intenti sulla piazza della Transalpina e nel teatro Verdi.

Si è trattato di un vero e proprio pellegrinaggio civile, non tanto sui luoghi della memoria quanto su quelli che proiettano verso il futuro, quello immediato con l'appuntamento importante del 2025, quello più lontano con la definitiva consapevolezza della bellezza di un territorio caratterizzato dall'unità nella diversità.

Non si tratta di un "punto di partenza", come con un po' di retorica è stato scritto da molti, meno che meno un "punto di arrivo". E' stata una tappa, di portata storica data la - peraltro non nuova - presenza contemporanea di due Presidenti della Repubblica, da sempre non soltanto collaboranti ma anche amici. E' stata anche l'occasione per dare il via ufficiale al già avviato percorso di avvicinamento alla data della Capitale europea della Cultura.

E' giunto il momento di coinvolgere tutta la popolazione, affinché l'occasione non sia limitata all'interesse di pochi addetti ai lavori, alla ricerca di qualche finanziamento o alla celebrazione di qualche evento riservato alle autorità del caso. Tutti, dagli enti e istituti accademici alle associazioni culturali, dalle categorie produttive agli ordini professionali, soprattutto dalle istituzioni a ciascun singolo cittadino, si è chiamati a un accelerazione e alla moltiplicazione delle occasioni di conoscenza e autentica fraternità.

Perché questo accada, prima della comunque necessaria elaborazione di progetti e ricerca di fondi per realizzarli, occorre che ci sia una convinta partecipazione della base. Il primo passo non può che essere un urgente cambiamento relativo all'apprendimento delle lingue. Come giustificare una Capitale della Cultura, scelta proprio per il suo essere particolare e armonica "casa" delle diversità, senza che ogni abitante sappia almeno comprendere la lingua dell'altro? E' indispensabile muoversi in questo senso, sia moltiplicando le occasioni di studio e ricerca per gli adulti, sia soprattutto inserendo l'italiano e lo sloveno - oltre all'inglese veicolare - come materie obbligatorie nelle rispettive scuole di Nova Gorica e di Gorizia.

In secondo, ma altrettanto importante luogo, occorre il massimo coinvolgimento possibile delle persone e delle realtà che "fanno" cultura. Ciò significa ovviamente che ogni residente può contribuire con la propria preparazione e le proprie competenze, ma anche che chi ha una particolare ispirazione, sia essa letteraria o più generalmente artistica, deve essere protagonista. Il futuro del territorio Goriziano dovrà essere improntato dalla ricerca della Bellezza, quella autentica che non nega la drammaticità della Storia o la malinconia dell'Esistenza, ma le sublima in una concezione profonda dell'essere e dello stare insieme.

Si facciano avanti dunque i poeti, i pittori, i filosofi, i teologi, i cercatori del significato del Tutto. Anche coloro che sono chiamati alle nobili azioni della Politica e dell'Economia siano un po' artisti, o almeno ascoltino chi ha il dono di vedere "più in là". Perché solo così Nova Gorica e Gorizia non saranno capitale europea della Cultura soltanto per un anno, ma continueranno a essere anche dopo punto di riferimento per chi vuole costruire una nuova Europa, laboratorio di giustizia e di pace al servizio di ogni "cittadino del mondo".  

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