venerdì 8 ottobre 2021

Nova Gorica e Gorizia, crocevia di percorsi europei, a piedi e in bicicletta

Ponte ciclabile sull'Isonzo/Soča a Solkan (prossima apertura)
Mentre si stanno giustamente raccogliendo le firme per indire un referendum per mantenere la pista ciclabile appena realizzata "sperimentalmente" sulla carreggiata di Corso Italia in Gorizia e per fermare l'inopinata intenzione di riportarla sui controviali, si ragiona anche in termini più ampi. 
La funzionale pista appena realizzata e già minacciata fa parte infatti del già previsto asse ciclabile tra la stazione ferroviaria "sud" e quella "nord", in altre parole tra quella di Gorizia e quella di Nova Gorica. Essa non soltanto renderebbe molto più ecologica e attraente la città (ovviamente sistemando in modo diverso i parcheggi al centro della carreggiata), ma sottolineerebbe una vocazione geografica e storica che, se valorizzata, potrebbe aprire inusitate prospettive per il futuro della Cultura, della Socialità, dell'Ambiente e delle Attività Produttive del territorio.
Il "Goriziano" è infatti un formidabile crocevia tra est e ovest, tra nord e sud, per ciò che concerne la viabilità ciclabile e pedonabile. La zona è infatti particolarmente interessante dal punto di vista paesaggistico, straordinariamente importante per ciò che concerne la storia del Novecento, assai adatta dal punto di vista tecnico operativo.
L'asse ciclabile "da oriente a occidente" (o viceversa) prevede la direttrice Lubiana - Gorizia - Verona, attraverso la bella e relativamente poco trafficata "via romana" da Logatec al passo di Hrušica e ad Ajdovščina, la ridente ed energetica Vipavška dolina e, dopo Gorizia, l'intera poetica pedemontana fino al Piave, a Bassano e alle prime pendici dei Lessini. Quello dal settentrione a mezzogiorno prevede la possibile alternativa nobile all'Alpe Adria, attraverso i passi Predil o Vršič, per discendere quasi tutto il corso dell'Isonzo, risalire il Carso triestino per raggiungere il mare a Koper e Pirano. E' facile pensare agli affascinanti collegamenti con le vie che da Lubiana portano verso l'est o il nord dell'Europa o con quelle che da Verona intersecano la purtroppo non ancora completata ciclo-autostrada del sole dalla Germania verso Roma o ancora alle potenzialità dello sguardo verso l'Istria reso possibile dalla "Parenzana". 
Nova Gorica e Gorizia costituiscono il più importante incrocio di tali impegnativi percorsi. Perché non approfittarne, investendo per completare i (tanti) tratti ancora incompleti e dotare di un'adeguata segnaletica le infrastrutture, preoccupandosi di ridurre al massimo i disagi e i pericoli per i cicloturisti, soprattutto negli attraversamenti cittadini?
Più semplice la questione riguardante i viandanti. Chi cammina ha a disposizione attualmente talmente tante possibilità che resta solo l'imbarazzo della scelta. Ma anche qua, come non pensare a un itinerario unitario che, sulle tracce della Jakobova pot, prima e del cammino delle sette chiese della Valle del Vipacco poi, conduca fino a Gorizia e da lì possa scendere su sterrati già abbondantemente riconosciuti e sperimentati fino ad Aquileia? Per quanto riguarda l'asse perpendicolare, c'è semplicemente da riunire le già presenti e ben segnalate strade dei pellegrini o dei viandanti culturali. Da Aquileia si può risalire verso il Friuli con il Cammino Celeste oppure piegare verso Gorizia attraverso San Canzian d'Isonzo, il parco fluviale di Turriaco, Fogliano, San Martino del Carso e lambire il suggestivo santuario di Mirenski grad. Da Gorizia e Nova Gorica, si può risalire ai tre monti goriziani (Škabrjel, Sveta Gora e Sabotin) e dal Sabotino continuare lungo l'alta via Valentin Stanič e poi le creste del Korada e del Kolovrat fino a Solarje, risalendo lo spettacolare e assai interessante Pot miru (Via della Pace), tracciato sull'antico fronte della prima guerra mondiale. 
Nova Gorica e Gorizia sono anche in questo caso crocevia di Cammini, internazionali o di più breve gittata. Perché non approfittarne, tenendo conto dell'indotto che ovunque il "turismo lento" sta portando in diverse zone d'Europa? Il Cammino di Santiago, con il boom seguito alla visita di Papa Wojtyla, "fa" ogni anno 300mila marciatori, tra pellegrini, sportivi o semplici curiosi. La Francigena, da Canterbury a Roma, non arriva a simili numeri ma sta sempre più prendendo piede. E là dove passano i viandanti, con i loro circa 25-30 chilometri al giorno, c'è bisogno di alberghi per la notte, di strutture per la ristorazione, di negozi di ogni tipologia, di farmacie, anche di centri di riflessione e di spiritualità. In altre e forse solo apparentemente più superficiali parole, si creerebbero straordinarie occasioni di incontro tra popoli e culture, centinaia di posti di lavoro e di opportunità per far conoscere la meraviglia e l'appassionante interesse della "nostra" affascinante regione "senza confini", nel cuore dell'Europa.

1 commento:

  1. Mi riferisco al primo tema, quello della pista ciclabile su corso Italia. È un problema complesso affrontato in modo semplicistico. Mantenere la pista sulla sede stradale comporta il mantenimento del senso unico nel corso, cosa che ovviamente non sta bene agli abitanti di via Duca d'Aosta. Chi accontentare dunque? La cosa importante è che la pista ci sia, ma protetta e separata da auto e pedoni. Quindi sui controviali o sula sede stradale è indifferente.

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