mercoledì 6 ottobre 2021

Riflessioni fuori tempo sul 25 dicembre cristiano

Colomba dello Spirito, Via Rastello, GO
Intorno al 167 a.C. il tempio di Gerusalemme fu distrutto da una coalizione di popoli circostanti. Grazie all'organizzazione militare di una vera e propria Resistenza, il condottiero Giuda Maccabeo con un manipolo di suoi collaboratori, dopo una campagna militare di stampo che i vincenti definirebbero eroica e i perdenti terroristica, riesce a riconquistare la Città Santa, a riedificare il Tempio e a rinnovarne la Dedicazione al Dio di Israele.
Il luogo santo per eccellenza degli Ebrei fu devastato in un giorno identificabile con l'attuale 25 dicembre. Per questo, tre anni dopo, il Tempio profanato fu ripristinato in tutte le sue funzioni, in data 25 dicembre 164 a.C. 
E' logico pensare immediatamente alla data, che ricorda simbolicamente il momento dell'inizio dell'era cristiana. 
Accanto ai festeggiamenti del Sol invictus, delle memorie mitraiche e naturalmente del particolare momento del Solstizio d'inverno, quando il Sole sembra essere più lontano dalla Terra e le giornate stanno per ricominciare ad allungarsi, è un'altra sottolineatura dell'ovvio valore emblematico e simbolico della data natalizia. 
Per i primi cristiani - o meglio per quelli già avvezzi al sistema di potere parallelo a quello imperiale dell'avanzato IV secolo - Gesù Cristo è il vero "Sol invictus", è Lui che scalda e illumina l'universo di presenza divina, ma è anche il nuovo Tempio, distrutto e ricostruito in tre giorni, come dalla profezia riportata nei Sinottici. Come ogni anno, tuttora, si celebra l'Hanukkah (o festa della Dedicazione) per otto giorni, così avviene anche per il Natale con la sua "ottava" liturgica.
Insomma, il Contestatore per eccellenza dell'ordine costituito, viene a essere identificato con le più tradizionali memorie storiche e naturalistiche delle religioni antiche. Colui che ha predicato il superamento del sacerdozio ebraico è divenuto il "Sommo Sacerdote". Colui che ha abolito la distinzione tra sacro e profano, tra giorni festivi e feriali, ha intessuto della memoria sua e dei suoi discepoli l'intro anno solare. A cominciare dalla festa del Natale.

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