Con lunedì riprende la storia d'Italia a colori, cinque regioni in arancione e tutte le altre in giallo, almeno fino al 16 gennaio, quando entrerà in vigore un nuovo Decreto Legge che sostituirà il precedente. Sono ovviamente in pieno svolgimento la considerazione delle statistiche, l'ascolto del Comitato scientifico, le lunghe trattative tra Governo, Regioni, referenti di attività produttive, Sindacati.
I "numeri" non sono incoraggianti, i casi di contagio crescono, le istituzioni sanitarie sono in sofferenza, il numero dei decessi non diminuisce in modo significativo. Le attività commerciali e industriali sono in una situazione sempre più drammatica. Le vaccinazioni sono partite sostanzialmente bene, ma ci vorrà molto tempo non soltanto per coinvolgere tutta la popolazione, ma anche per convincerla, in particolare chi esprime dubbi sull'efficacia e sulla pericolosità, ma anche chi ha già superato la malattia provocata dal virus e si ritiene per ciò automaticamente immune.
Non è facile per un Presidente del Consiglio districarsi in questo ginepraio, tanto più in un momento delicato per il Governo come quello attuale. Non è neppure giusto dire che la difficoltà attuale debba impedire una crisi di governo. Se si riscontrasse una qualche responsabilità nella situazione italiana, gravata forse dalle più rigide "serrande chiuse" del mondo (il mese primaverile di reclusione in casa pare non avere riscontri da nessuna altra parte) e ai vertici planetari per numero di contagi rispetto agli abitanti e di morti rispetto ai contagiati, ci potrebbe anche stare l'auspicio di un ricambio al vertice. Invece si prospetta il proseguimento di un già troppo lungo tira-molla che ha come posta in gioco non certo il benessere degli italiani, bensì la conquista di qualche poltrona "che conta" e la speranza di acquisire in qualche modo qualche frammento di punto in più nei sondaggi. Davvero penoso!
C'è un altro auspicio, ma è giusto per dire, tanto il "gioco" è già iniziato. E' la speranza che ci sia risparmiata per una volta la teoria di previsioni su come sarà il prossimo Decreto. E' da mesi che le pagine dei giornali sono riempite di "certezze" regolarmente smentite nel momento della pubblicazione dei documenti. Forse, prima di prevedere e di scrivere miriadi di articoli sulle previsioni, sarebbe meglio attendere il risultato finale, magari - questo sì! - offrendo ai decisori elementi e spunti in grado di presentare alla loro attenzione i vari punti di vista delle diverse categorie.
Insomma, si è ancora in mezzo al guado, il che significa da una parte l'attesa di nuove e più o meno rigide restrizioni, dall'altra la ricerca urgente di convergenze sulla costruzione - post pandemia - di quello che ai lontani tempi di Genova 2001 veniva preconizzato come "un altro mondo possibile".
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