venerdì 8 gennaio 2021

Abitare la Distanza

E' un periodo nel quale è raccomandata la distanza, almeno un metro gli uni dagli altri per diminuire il pericolo di contagio.

E' uno degli elementi che hanno cambiato maggiormente il procedere ordinario della Vita e la qualità delle relazioni. Ma nell'evitare gli assembramenti esiste anche una valenza simbolica profonda che richiama una concezione non sempre sana dei rapporti interpersonali.

Quali sono infatti i due maggiori "nemici" di un'autentica relazione interpersonale? Il rifiuto e l'invasione. Ci si può infatti isolare quanto più possibile dal mondo circostante, creando situazioni di volontaria solitudine ed estraneazione dalla realtà, ma si può anche invadere il territorio dell'altro o essere in sua completa balìa, come accade nei rapporti determinati dal narcisismo patologico.

La lezione di Franco Basaglia scopre invece la necessità della "distanza" per consentire relazioni autentiche e costruttive. Tale esigenza nasce dall'apparente ovvia constatazione che nessuno può conoscere fino in fondo l'altro, anzi nessuno può conoscere pienamente neppure sé stesso.

La persona è un'"enigma", ovvero un insieme infinito di segni che attendono di essere pazientemente decifrati, attraverso la continua "uscita da sé" verso l'altro e il corrispondente "rientrare in sé". In questa progressiva azione di reciproca conoscenza assume un valore fondamentale il riconoscimento della "distanza".

La distanza non deve essere incrementata, rifiutando la maestà dell'Incontro e del conseguente condizionamento, ma non deve neppure essere totalmente riempita, impedendo così l'indispensabile mantenimento della libertà individuale.

La distanza, in altre parole, deve essere "abitata", ovvero riconosciuta come uno spazio che deve essere progressivamente arricchito e abbellito da tutto ciò che tutti coloro che sono coinvolti nell'avventura della relazione porteranno, come i doni di Oriente offerti dai re magi nella grotta di Betlemme, prima del loro ritorno alle loro dimore.

Non c'è quindi da brontolare troppo contro l'imposizione della distanza interpersonale, c'è piuttosto da dare a essa un significato diverso rispetto a quello legato alla diffusione del virus. Più la distanza è abitata, più diventa luogo di corrispondenza e di intensità verbale e gestuale. Appunto, non immediatamente, ma attraverso il tendenzialmente inesauribile gioco della complicità e della biblica conoscenza del bene e del male.

L'amore, l'amicizia, la solidarietà, la compassione, la fraternità universale, la Politica con la P maiuscola, la vera Cultura... tutto è reso possibile proprio dall'accettazione della distanza e dalla decisione di abitarla.  

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