venerdì 9 ottobre 2020

Un Nobel contro la fame

Il premio Nobel per la pace è stato assegnato al World Food Program (WFP), il programma mondiale alimentare dell'ONU. Al di là del soggetto, è importante l'oggetto, ovvero lo scandalo più vergognoso del Pianeta Terra.

Nei primi anni 2000 si parlava molto di obiettivi del millennio e uno di essi era la riduzione della fame nel mondo, con una sensibile diminuzione entro il 2015. La situazione in realtà è molto cambiata da allora, ma decisamente in peggio.

Stando al rapporto 2020 ONU sull'alimentazione, risulta che quasi 690.000.000 (sì, 690 milioni!) di esseri umani soffrono cronicamente la fame, 60 milioni in più rispetto al 2019. Circa 2.000.000.000 (due miliardi) affrontano livelli moderati o gravi di insicurezza alimentare. Lo stesso rapporto stima che a causa dell'epidemia da coronavirus, almeno altre 160.000.000 di persone entreranno a far parte della schiera di coloro che rischiano di morire di fame.

Sono numeri spaventosi che interpellano profondamente la coscienza, anche perché troppo spesso prevale la dimenticanza. La stragrande parte degli interessati abita in Asia e in Africa, in zone non coperte dal tam tam mediatico, incentrato sui Paesi più ricchi. E così, mentre si è giustamente sconvolti dai dati della pandemia dell'anno bisesto, alla data di ieri circa 36.000.000 di colpiti e oltre 1.000.000 di morti, sembra che lo stesso covid-19 porterà quasi a raddoppiare coloro che moriranno di fame, si stima intorno a 270.000.000 nel corso di questo drammatico 2020. 

Si tratta di una strage immane, circa 30.000 persone ogni giorno che subiscono una morte lenta e dolorosa, senza titoli a nove colonne sui giornali e senza troppi patemi per gli abitanti dell'"altra parte" del Pianeta.

Ben venga quindi questo Nobel a richiamare la pandemia della fame, un virus che non richiede vaccini o mascherine protettive. Riceve voce - per una volta e si spera non solo in questo giorno - un'immensa umanità che non ha voce e che reclama una più giusta ed equa redistribuzione delle ricchezze. Mentre un numero infinitesimale di straricchi diventa sempre più ricco, un numero enorme di indigenti diventa sempre più povero. 

Questo è lo scandalo degli scandali, la speranza - assai fragile peraltro - è che la condivisione della debolezza sperimentata a causa dell'avanzata del coronavirus spalanchi gli occhi e il cuore, affinché da subito si generino politiche sociali alternative a quelle postulate dal capitalismo e dal liberismo selvaggio, nel nome non solo della solidarietà fraterna, ma anche dell'autentica giustizia sociale, senza la quale non potrà mai esserci un'autentica pace nel Mondo.

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