martedì 6 ottobre 2020

Hanno cancellato i Decreti Sicurezza? Ni.

Hanno cancellato i Decreti Sicurezza? Ni.

La modifica degli iniqui Decreti cosiddetti Salvini, approvati anche dal Presidente Conte1 e da buona parte della leadership a 5 stelle, era stata promessa come urgenza prioritaria dal nuovo governo Conte2, targato Pd/Leu/5Stelle.

Ci sono voluti tredici mesi, oltre un anno nel quale i famigerati Decreti sono stati applicati, creando sofferenza nei migranti e sconcerto negli osservatori.

Il risultato di questa modifica? Sono fuori luogo sia l'ottuso entusiasmo di chi sostiene che con la "cancellazione" è stata addirittura ripristinata l'umanità in Italia, sia lo scetticismo assoluto di chi sostiene che la "modifica" non abbia cambiato proprio niente.

Non è così.

I primi dimenticano che non sono state tolte le sanzioni a una parte dei soccorritori in mare, che la disciplina dei respingimenti non è stata abolita, che non sono stati soppressi i Centri per il Rimpatrio, che i tempi per l'acquisizione della cittadinanza sono stati ridotti da 4 a 3 e non a 2 anni, come ci si sarebbe attesi. Eccetera eccetera.

I secondi sono incapaci di riconoscere un linguaggio indubbiamente diverso nell'affrontare le questioni, l'importanza del ripristino del sistema SPRAR (con il nuovo nome di SAI, Sistema di Accoglienza e Integrazione), il rifinanziamento di attività d'integrazione importanti come i corsi di italiano o l'assistenza psicologica, la riconferma dell'iscrizione anagrafica nei Comuni dei richiedenti asilo, assurdamente cancellata dai Decreti Salvini. Anche qua ci si può aggiungere un eccetera eccetera.

Onestamente, da un governo come quello attuale, in bilico tra le diverse visioni del potere offerte dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, non ci si poteva attendere molto di più. Sarebbe indispensabile un salto di qualità che possa portare l'Italia - e in particolare la Sinistra - fuori dall'attuale palude. Occorre presentarsi all'elettorato con la forza delle idee e non con la paura di perdere consensi. Per questo, nella campagna elettorale, presto o tardi che sia, sarebbe bello leggere in un programma di governo parole chiare, a partire dal diritto di tutti alla libera circolazione, in Europa e nel Mondo, dall'abolizione dei campi di concentramento chiamati CPR, dal rifiuto di qualsiasi forma di respingimento (o riammissione, come più dolcemente dice la ministro dell'Interno Lamorgese), da serie politiche internazionali del lavoro, della casa, del ricongiungimento familiare.

Ovviamente, eccetera eccetera anche qua, in attesa che ciò possa prima o poi accadere. Si spera più prima che poi, per evitare a tanti esseri umani una continua e ancora prolungata sofferenza che rivela come il nostro Paese davvero non si possa ancora fregiare del titolo di "difensore dell'umanità".

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