domenica 18 ottobre 2020

In cammino nella valle dell'Idrijca, Sveti Ivan a Šebrelje e le grotte Divje babe

La chiesa di sv. Ivan (San Giovanni Battista) si trova su un promontorio roccioso che domina la valle del fiume Idrijca. Per raggiungerla, occorre percorrere una stretta strada in salita che conduce a Šebrelje, bellissimo, piccolo paese adagiato su uno splendido, verde altopiano.

Secondo la geomanzia, è uno dei luoghi che intersecano le linee energetiche che attraversano l'Europa, da nord a sud, da est a ovest. Chi ne è convinto e vuole riempire di forza spirituale i punti energetici del proprio corpo, può mettersi alla prova, con l'aiuto di un cartello didattico che consente di individuare le corrispondenze con le pietre opportunamente collocate intorno all'edificio religioso. Sul campanile è dipinto Mosè che scende dal monte, tenendo tra le braccia le tavole della Legge divina, quasi un richiamo a concepire anche questa montagna una specie di Monte Sinai della Slovenia.

Le sorprese non finiscono qua. L'interno, delicato e silente, si fa notare per le statue e le immagini sacre. Colpisce l'altare principale, sotto la scena del battesimo di Gesù. La dedica colpisce, una scritta indica "Janes Kresnik", invece di "Janez Krstnik", Giovanni il Battezzatore. Kresnik è un Dio venerato nell'antichità, il signore del fuoco, della luce, del sole. La Chiesa è perfettamente orientata e proprio in occasione della festa principale del santo, il 24 giugno, corrispondente al solstizio d'estate, a mezzogiorno il raggio del sole illumina la chiesa e l'altare. Questo "Kresnik" è il frutto di un errore dell'artista o - come molto più probabile - il tentativo di professare l'antica fede degli "staroverci" inneggiando al proprio orizzonte divino in un modo non riconoscibile, per evitare le persecuzioni da parte dei custodi della religione ufficiale?

Il sito è affascinante anche perché collocato esattamente sopra due grotte, raggiungibili con una buona mezz'ora di marcia su ripido sentiero. Sono chiamate Divje babe e sono state abitate in epoche molto remote da animali d'ogni sorta e, per un lungo periodo, frequentate come luoghi di riparo anche dai Neanderthal. Scoperte casualmente intorno agli anni '60 del XX secolo, hanno consentito agli archeologi e ai paleontologi di censire decine di migliaia di ritrovamenti ossei. Nel 1995 c'è stata la sensazionale scoperta del più antico strumento musicale del mondo, un flauto ricavato da un osso di orso, risalente forse a 60.000 anni fa. E' gelosamente conservato presso il Museo Nazionale di Ljubljana, una copia perfetta si può veder3 nel museo di Tolmin.

Anche per le persone più scettiche, passeggiare in un luogo così carico di memorie e di segni lasciati, nello scorrere del tempo, dalle trasformazioni della natura e dagli adattamenti dell'uomo, è esperienza che non si potrebbe definire altro che spirituale, in quanto in grado di proiettare il pensiero al di là del tempo e dello spazio quoatidiani. 
 

Nessun commento:

Posta un commento