Certo, non si può dire che la posizione del Presidente del Consiglio in questo momento sia comoda. Da una parte deve rispondere alla necessità di fermare o almeno rallentare la diffusione del contagio che sembra essere fuori controllo, dall'altra si rende conto che una chiusura generalizzata delle attività già penalizzate in marzo/aprile porterebbe un disastro sociale, con conseguenze sull'ordine pubblico già preannunciate dall'ultima notte napoletana. Da una parte deve accontentare gli esponenti del Partito Democratico, più portati verso soluzioni radicali, dall'altra non può trascurare quelli del Movimento 5 Stelle, inclini a preferire più miti consigli. Da una parte deve mostrarsi rassicurante, dall'altra non può nascondere le sue preoccupazioni, tanto più dopo aver incautamente minimizzato la previsione sulle misure da adottare, personalizzando fino ai limiti dell'insopportabilità le scelte, le decisioni e i percorsi.
In realtà tutti si naviga in un'incertezza profonda che contribuisce a seminare il panico. I cittadini sono impotenti, di fronte a scienziati che si dedicano ai talk show, persone dello spettacolo che si attribuiscono ruoli scientifici, politici che si schierano sulla base dei quotidiani sondaggi elettorali, a favore o contro "a prescindere". Chi ha ragione? Chi ha torto? E' vero quello che ci viene detto o sono tutte fake news? Le risposte a queste domande non sono facili, anzi allo stato attuale delle cose sono impossibili e chi deve decidere per tutta una Nazione - pur guardando alle esperienze degli altri - ha un compito gravoso, dal quale non si può permettere di derogare.
Conte deve decidere qualcosa e quanto prima. Sa bene che andrà incontro a molte critiche e ad altrettante lodi. Ma deve decidere da che parte andare, pena l'esplosione delle sempre meno nascoste sacche di disagio che è fin troppo facile attribuire ai circoli della destra estrema e della malavita organizzata. La strumentalizzazione c'è, chi può negarlo? Ma senza un'adeguata e sicura presa di posizione governativa, rafforzata dal consenso delle parti politiche che la dovrebbero sostenere, davvero si avvicinerebbe il rischio di uno scontro sociale dalle proporzioni non immaginabili.
In tutto ciò sarebbe importante anche un fondamento teorico, un aiuto a comprendere ciò che sta accadendo e a cercare soluzioni innovative e coraggiose. Due forze potrebbero portare un contributo importante in questo senso. Si tratta di una Sinistra culturale in grado di richiamare l'equa distribuzione delle risorse, la centralità del lavoro e la tutela della salute e dell'ambiente. E si tratta di tutti coloro che - procedendo da una visione religiosa o filosofica identificabile - possono richiamare la dignità della Persona, in tutte le sue dimensioni, anche in quella misteriosa e densa di interrogativi legata alla sofferenza, alla malattia e alla morte.
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