giovedì 6 agosto 2020

Che le parole non si trasformino in azioni

Nel giorno in cui il mondo ricorda i 75 anni dall'esplosione della prima bomba atomica a Hiroshima, continuano i segnali di quella cultura della disumanità e della violenza che è alla base di ogni conflitto tra popoli e nazioni.
Se ovunque si leva un pensiero di pace e preoccupazione, a partire dagli avvenimenti di quel 6 agosto 1945, non altrettanto avviene per ciò che concerne l'abbondante seminagione di razzismo e di cattiveria presente sui media e negli interventi pubblici di personaggi che ricoprono cariche istituzionali.
In particolare, sarà ricordata a lungo - almeno, così si spera - la giornata del 4 agosto, con l'incredibile irruzione di un manipolo di CasaPound in una Commissione del Consiglio regionale, l'affermazione del consigliere Calligaris secondo il quale si potrebbe sparare tranquillamente ai migranti e quella del responsabile della Protezione Civile di Grado, con il suo macabro ricordo dei forni crematori.
Tutto ciò è stato molto grave e richiede interventi forti, come sollecitato a gran voce dalle forze democratiche del Friuli-Venezia Giulia. Gravissime le parole, gravissimo il gesto della formazione neofascista, gravissima è stata l'inerzia di chi presiedeva la Commissione che non ha fatto intervenire le forze dell'ordine. Giusta è l'indagine aperta nei confronti dei 14 invasori, meno convincenti le scuse a posteriori del consigliere regionale, rimasto tranquillamente al suo posto senza avere neppure la dignità di offrire le proprie dimissioni, più importanti e degne quelle del volontario di Grado, immediatamente toltosi dall'incarico che ricopriva da decenni, dopo aver capito la gravità delle sue espressioni.
Quello che suscita maggiori brividi è però che, pur non potendo entrare nella testa di nessuno, Calligaris sembra aver detto quello che molti pensano davvero, anche molti di coloro che subito hanno preso le distanze dal consigliere. Non è certo il primo esponente di una destra sempre più sicura nella sua strada anacronistica, a dire che bisogna sparare su questo o su quello. E il principale motivo è che in realtà la Destra è totalmente priva di un'autentica politica migratoria e per questo si trova in forte difficoltà di fronte a un elettorato deluso che l'ha scelta convinta di trovare chi avrebbe risolto il problema. 
In un momento come questo la Sinistra deve marcare la differenza, in modo netto e radicale. L'alternativa alla violenza, alle morti nel Mediterraneo e ai disagi pazzeschi della rotta balcanica è un'accoglienza generalizzata, diffusa e legata a una nuova stagione di politiche del lavoro e della casa, a livello nazionale e internazionale. Per questo è ora di lasciare da parte ogni esitazione, cancellare subito i Decreti sicurezza, fermare i respingimenti in Slovenia, favorire in ogni modo il rintracciamento e il salvataggio dei naufraghi, contestare in sede europea le torture e i pestaggi ormai generalmente documentati che avvengono sui confini tra Bosnia e Croazia, tra Grecia e Turchia, trovare un'alternativa alla disumanità conseguente le scelte di finanziare Erdogan e la Guardia costiera libica, far chiudere tutti i campi di concentramento, compresi i cpr italici.
Se ciò non avviene, è flatus vocis scandalizzarsi per le espressioni di Calligaris e ci si deve preparare - Dio non voglia - al tragico passaggio dalle parole alle azioni. 

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