martedì 11 agosto 2020

Bonus covid, un trabocchetto degli antipolitici. #IovotoNO

La vicenda dei bonus covid è veramente assurda. Ciò non tanto, o non soltanto, per la ridicola situazione in cui si sono collocati alcuni parlamentari e consiglieri regionali che - nonostante le decine di migliaia di euro intascate ordinariamente - hanno legittimamente chiesto i 600 euro previsti per le partite iva. Da questo punto di vista, non è vero che l'etica personale e quella pubblica necessariamente debbano coincidere. Infatti un parlamentare, come qualsiasi altro cittadini, è tenuto a osservare le leggi e se ottenesse un privilegio a partire dalla sua carica o dal suo status di "servitore" del popolo, sarebbe effettivamente da perseguire come infame trasgressore. Se invece approfittasse di una possibilità offerta a qualsiasi altro, non sarebbe perseguibile in quanto non trasgredirebbe alcuna legge, né sarebbe da denigrare in quanto portatore di comportamento anti-etico. Sarebbe probabilmente da riprovare sotto il profilo dell'etica personale, ma chi può giudicare le scelte individuali di ciascuno? Si coprirebbe certamente di ridicolo, uno che intasca tra i 12 e i 15 mila euro al mese che si espone al generale ludibrio per aggiungere quelli che (solo per lui naturalmente) sono pochi spiccioli, non potrebbe evitare le risate denigratorie degli avversari, anche se nessuno avrebbe il diritto di giudicarlo dal punto di vista etico.
La questione però, collocata nel centro di una delicata estate, ha altri contorni. E' possibile che, mentre si discute di come andrà l'Italia nel prossimo difficilissimo autunno, della moltiplicazione dei respingimenti degli immigrati dall'Italia alla Bosnia, delle tragedie politiche e umane della Bielorussia, di Hong Kong e di tanti altri Paesi, il più grande problema italiano siano i cinque (o quanti poi?) parlamentari e consiglieri regionali che "se magnano" anche i 600 euro delle partite iva? 
Come tutte le vicende di cui si parla troppo - e troppo evidentemente - sembra che ci sia sotto qualcosa, almeno la volontà di far dimenticare questioni ben più urgenti e importanti. Una fra tutte è senz'altro quella legata al referendum sul taglio dei parlamentari, un momento decisivo per la sorte della democrazia in Italia. Far pensare alla gente che "tutti i politici siano ladri" è un ottimo sistema per propagandare il "sì" alla riduzione della rappresentatività. 
Rappresentando altri sindaci italiani, posso testimoniare che molti "primi cittadini" titolari di partita iva (anche chi scrive) hanno rigettato la proposta dei loro commercialisti e non hanno richiesto il bonus del quale avrebbero diritto, in forza di quei 1289 euro mensili (senza tredicesima) che ricevono dallo stato per compiere il loro mandato. La stragrande maggioranza di coloro che hanno responsabilità politiche - soprattutto, ma non solo a sinistra - hanno tenuto lo stesso comportamento etico individuale. La maggior parte di essi ritiene che sia indispensabile votare "no" alla diminuzione drammatica di deputati e senatori, ritenendo giusto tagliare stipendi e privilegi, ma non mai il numero dei rappresentanti dei cittadini.

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