Tra qualche decennio probabilmente ci saranno i pellegrinaggi sulle coste del Mediterraneo e in alcuni centri dei Balcani. E ci sarà qualche insegnante che spiegherà a classi attonite di ragazzi che "difficilmente si può dire che non se ne erano accorti, ma in realtà quasi nessuno ha fatto niente per evitarlo".
Così si dirà di fronte al fenomeno delle guerre, quando ci si chiederà come sia possibile che gli Stati che inneggiano oggi alla pace e alla civile convivenza tra i popoli, siano tra i più importanti costruttori e venditori di armi ai Paesi impegnati in guerre sanguinose ovunque. Ci si domanderà perché non ci si sia accorti che le rotte dei migranti, ritenuti incredibilmente una terribile minaccia per l'europa, sono determinate proprio da quelle guerre e dalle malefatte delle mafie internazionali con le quali si continuano incessantemente a intessere contratti. Ci si chiederà come mai il Governo italiano, dopo aver con sollievo esautorato il razzismo della Lega, non abbia immediatamente cancellato le norme da essa imposte e abbia invece venduto navi militari all'Egitto, senza pretendere in cambio almeno verità e giustizia per Giulio Regeni e Patrick Zaky.
Quando poi si ricorderà il finanziamento della Guardia Costiera libica e il "ringraziamento" di questa con l'assassinio di profughi costretti a rientrare sul Continente e poi fucilati mentre tentavano di fuggire, i ragazzi alzeranno le mani e porranno l'interrogativo se ciò fosse accaduto per stupidità, per cecità o per interesse. E quando si passeranno in rassegna i morti e i feriti sulla rotta balcanica, probabilmente raggruppati per numero e nazionalità dal momento che a essi non sembra riservata neanche la dignità di portare un nome, qualcuno penserà che la responsabilità sia stata solo di Stati dittatoriali e assolutisti. Si spiegherà allora che no, si trattava di alcuni tra i più avanzati Stati europei e che tra essi anche l'Italia, a quel tempo governata da sedicenti antirazzisti, aveva contribuito a respingere i poveri richiedenti asilo, rintracciandoli sul proprio territorio, consegnandoli alla Slovenia, questa alla Croazia e poi - dopo una sequela di torture e umiliazioni - rispediti in Bosnia (che cosa sia accaduto dopo, nella Bosnia stra-affollata di profughi nel "cuneo" di Bihac, al momento non lo sappiamo ancora, come non sappiamo che fine faranno i milioni di"ospiti" dei campi di concentramento di Erdogan in Libia...).
Di fronte a tutti questi orrori, qualcuno dirà di "aver obbedito agli ordini", qualcun altro sosterrà che tutto è accaduto "a sua insaputa". Un tragico ritornello di un disco tragicamente già ascoltato. Intanto decine di migliaia di esseri umani, donne, uomini e bambini, riposeranno in pace sul fondo del Mediterraneo, nelle sabbie del Sahara e tra i boschi dei Balcani. Amen.
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