E' una sciocchezza sul piano morale, perché l'associazione tra migranti e covid-19 è stata già scientificamente dimostrata priva di alcun fondamento. Pertanto il "blocco" invocato appare soltanto come un'ulteriore penalizzazione di tante povere persone che hanno affrontato ogni sorta di avversità per poter sperare in un futuro migliore. Una parte dei migranti fra l'altro, a causa di un'assurda interpretazione delle norme sostenuta dall'attuale governo Conte (strana par condicio a scapito dei viandanti sulla rotta balcanica!), appena rintracciata in Italia, viene rispedita in Slovenia, poi in Croazia e poi in Bosnia.
Ma la proposta è sciocca anche sul piano storico e logico.
I valichi minori sono già chiusi dallo Stato sloveno. C'è un cartello che vieta il passaggio a tutti coloro che non fanno parte delle Repubbliche di Slovenia e d'Italia (sulla legittimità di un simile divieto, esteso anche a tutti gli altri abitanti della Comunità europea, ci sarebbe molto da ridire). Inserire gli orribili blocchi e le reti che hanno diviso tutto il territorio nei mesi della chiusura a causa del coronavirus vorrebbe dire interrompere di nuovo quel clima di costruzione di percorsi unitari nella diversità tanto invocato anche dal governo regionale e dalle amministrazioni comunali di centro destra e destra.
Inoltre nessun migrante che voglia arrivare in Italia senza farsi sorprendere dalle guardie di confine, attraverserebbe la linea di demarcazione attraverso i valichi locali, cercando piuttosto di passare attraverso i boschi o le alture ovviamente impossibili da presidiare per oltre centocinquanta chilometri. E se volesse semplicemente chiedere protezione internazionale, passerebbe con convinzione attraverso i valichi principali rivolgendo subito domanda alla polizia di frontiera. Certo, appunto la teoria illegale dei respingimenti - chiamati più dolcemente riammissioni - in Slovenia, favorirà i percorsi dell'illegalità e della clandestinità, esponendo profughi e popolazioni locali a spiacevoli possibili inconvenienti, stante l'impossibilità di controlli umanitari e sanitari di qualsiasi tipo.
Infine, ma non è affatto argomento meno importante, la chiusura dei valichi minori riaprirebbe antiche ferite e renderebbe sempre più difficile il percorso di reciproca integrazione fra le genti che vivono intorno al con-fine. Tanto più sarebbero penalizzate "le" Gorizia, difficilmente in grado di convincere la commissione ad hoc della bellezza della candidatura comune alla capitale europea della cultura 2025. Come poter invocare l'unità nella diversità tra due/una città di nuovo clamorosamente divise dalle barriere di frontiera?
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