giovedì 2 luglio 2020

1945. Ich bin Schwanger (sono incinta). Un libro da non perdere

Martedì 7 luglio, alle ore 20.30 nel cortile della Fondazione De Senibus in Via Da Vinci 5 a Joannis (Aiello del Friuli), Anna Di Gianantonio e Gianni Peteani presenteranno il loro ultimo libro, 1945. Ich bin schwanger (sono incinta)

Molti sono i temi che si intrecciano in questo libro, narrazione biografica che dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto sia importante non solo la memoria ma anche il racconto di vita, come strumento fondamentale per la storiografia.
La vicenda, rigorosamente documentata dai due autori, tra i più esperti conoscitori del drammatico periodo della Resistenza e della Liberazione dal nazi-fascismo, riguarda una donna, Nerina, che scopre di essere incinta mentre è internata nel campo di concentramento di Ravensburg. Il periodo è quello ormai prossimo alla fine della seconda guerra mondiale e la donna vive sulla sua pelle la contraddizione tra il desiderio di tornare a casa per sperimentare la gioia della maternità insieme al suo compagno di vita e la consapevolezza dell'ostacolo costituito da una gravidanza vissuta in condizioni di estremo disagio. Apparentemente c'è il lieto fine, Nerina torna a casa e nasce la primogenita Sonia. In realtà il volume indaga proprio sulle relazioni intercorse tra madre e figlia, aprendo così un capitolo molto interessante, relativo sia alla ricorrente problematica relativa ai cambiamenti generazionali che a quella, particolarmente drammatica, riguardante il vissuto di una donna che ha trascorso il tempo dell'attesa in condizioni estreme. Madre e figlia si ritrovano molto tempo dopo, forse compiutamente proprio nel lunghissimo dialogo che Anna Di Gianantonio intesse con Sonia, interrogando e accogliendo risposte sempre più interessanti intorno a una relazione costruita nei silenzi, nelle incomprensioni, nella faticosa ricerca di punti comuni e infine in un distacco fisico e geografico che in qualche modo, paradossalmente, diventa la condizione per una nuova vicinanza. Insomma, un libro assolutamente da leggere e una testimonianza da rivivere per cercare una risposta alla forte domanda che gli autori pongono ai lettori: quando finisce una guerra? Solo con i trattati di pace e non piuttosto nell'interminabile ricerca di un nuovo equilibrio, attraverso la necessaria e sofferta cura di ferite profonde e non sempre guaribili?

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