martedì 21 luglio 2020

Quousque tandem, Lamorgese, abutere patientia nostra?

Le "riammissioni" in Slovenia dei richiedenti asilo sono illegali. E' il senso della lotta che la Rete DASI del Friuli Venezia Giulia ha avviato con un'affollata conferenza stampa all'inizio di luglio. Almeno un quarto delle persone che vengono rintracciate sul confine, vengono respinte nel Paese confinante, in base a un accordo tra Italia e Sloveni risalente al lontano 1996. Essendo successivamente la Slovenia entrata prima nella Comunità Europea poi nell'area Schengen, gli accordi precedenti avrebbero dovuto essere sospesi. Invece, secondo l'interpretazione del Ministero dell'Interno, valgono ancora nel caso dei richiedenti che sono già stati certificati al loro arrivo in altri Stati europei, non di coloro che entrano nel territorio dell'Unione facendo richiesta per la prima violta in Italia. Cosa significa per queste persone essere rimandate indietro? Hanno percorso con grandissime difficoltà la rotta balcanica, la documentazione di giornalisti molto competenti ha provato che lungo tali sentieri tra boschi, fiumi, montagne e città ostili almeno 2000 hanno perso la vita. Hanno superato in qualche modo confini molto presidiati, dopo essere stati sommariamente riconosciuti non idonei in qualche modo sono riusciti a raggiungere l'Italia ma non hanno avuto il tempo di festeggiare. Come in una specie di drammatico gioco dell'oca hanno trovato la casella sbagliata, "devi tornare al punto di partenza". Ma nonostante il nome dato ai tentativi di superare i confini nella boscaglia - "game" - il ritorno è tutto meno che un gioco. In Slovenia i rintracciati vengono caricati sule corriere e condotti in Croazia, al confine tra la Croazia e la Bosnia vengono malmenati e umiliati, infine sono costretti a finire in uno del campi profughi del Nord della Bosnia, prima di ritentare la fortuna e riprovare a vincere la loro personale battaglia. Cosa chiedono in fondo? Niente di più o di meno di ciò che tutti desideriamo, una vita più serena e lontana da guerre e persecuzioni, un lavoro che consenta di avere una dignità e di mantenere una famiglia, una casa accogliente, dove poter offrire la propria storia e la propria cultura alla comune costruzione di una nuova civiltà, culturalmente, spiritualmente e materialmente plurale. Il fatto che l'Italia respinga esseri umani in fuga dalle guerre e dalla fame è scandaloso, tanto più con il Governo sedicente della discontinuità che continua a mantenere i Decreti sicurezza, a vendere armi all'Egitto e a finanziare la Guardia Costiera libica. Quosque tandem?

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