mercoledì 31 maggio 2023

E se la Rimembranza si trasformasse in pace?

 

Gorizia, parco della rimembranza.

Della rimembranza di cosa? 

Dei soldati goriziani che avevano lasciato il territorio dell'Austria Ungheria e che erano morti con la divisa italiana durante la prima guerra mondiale. Era stato dedicato a loro il monumento, una specie di tempietto neoclassico con colonne sostenute da angeli della vittoria. Fu fatto saltare in aria nel 1944 dai domobranci, forse con la complicità degli occupatori tedeschi. Si decise di non ricostruirlo e di trasformare le rovine in una memoria triste.

Memoria di cosa?

Di quell'attentato, simbolo delle conseguenze dell'odio esasperato dall'assolutizzazione dei nazionalismi. Tutti i monumenti che circondano quello centrale ricordano corpi militari, dalla guardia di finanza ai carabinieri, dagli alpini alle forze di polizia, per arrivare fino ai Lupi di Toscana. Il più discusso dei segni della memoria è quello dedicato ai deportati dalla città, nel drammatico mese di maggio goriziano del 1945, ultima conseguenza della più sanguinosa guerra della storia, voluta da Hitler e annunciata con enfasi da Mussolini, davanti a un'enorme folla festante, il terribile 10 giugno 1940. Molti storici hanno messo in discussione, con documenti inoppugnabili, la stessa stesura dell'elenco dei nomi, molti dei quali non collegati al fenomeno della deportazione. Hanno anche rilevato come la correzione della lapide possa essere un atto di rispetto nei confronti di coloro che hanno effettivamente subito la deportazione e del ricordo dei loro familiari. Invece di cogliere l'occasione di adeguamento alla verità storica e di rispetto delle memorie, il monumento viene ampliato, tra l'altro con un vero e proprio lago di cemento a rubare ulteriore spazio alla terra che fu quella di un antico cimitero.

Non sarebbe male ripensare il parco della Rimembranza, affinché diventi uno spazio di riflessione di tutti. Si potrebbero ricordare anche gli antifascisti sloveni, vessati dalle persecuzioni nel ventennio.  deportati sloveni, italiani, ebrei che sono stati rinchiusi nel carcere di via Barzellini prima di essere avviati ai campi di concentramento e di sterminio. Si potrebbero ricordare tutte le vittime della prima guerra mondiale, i caduti civili e militari sotto tutte le bandiere belligeranti. Si potrebbero ricordare le donne che in diversi modi si sono adoperate per alleviare la sofferenza delle vittime.  Si potrebbero ricordare gli eroici disertori che si sono rifiutati di imbracciare le armi e di uscire dalle trincee e sono stati fucilati dai carabinieri. Si potrebbero ricordare le donne e gli uomini che hanno costruito la pace, hanno edificato ponti e abbattuto muri, come Franco Basaglia e tanti altri. Si potrebbero ricordare coloro che hanno impegnati la loro vita per promuovere gli ideali evangelici e gandiani della nonviolenza attiva, del disarmo radicale e della pace.

Non si tratta di cancellare il passato o di sradicare precedenti monumenti, ma soltanto di aggiungere, affinché il parco della Rimembranza sia il luogo del ricordo non soltanto di una parte, ma di tutti i Goriziani, compresi quelli che sono arrivati da poco e che ricordano i loro caduti, nel Mar Mediterraneo, sulla rotta balcanica, perfino - come Taymur - nel nostro bell'Isonzo. Solo così avrebbe senso anche togliere le macerie pericolanti del famoso monumento al centro del parco, riempire il vuoto con un bello spazio verde dove possano giocare e correre felici i bambini. Oppure lasciarlo così, ma dando a esso un nuovo significato, da spiegare adeguatamente a chi verrà a trovarci nell'ormai prossimo e fatidico anno 2025. 

2 commenti:

  1. Molto vero ,ricordare la Pace

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  2. Condivido pienamente quanto dici. Io, ad esempio, dedicherei anche un ricordo ai nomi della comunità ebraica deportati nei campi di sterminio dai nazisti nell'autunno del '43. Gli stessi sono già riportati all'interno della sinagoga ma non sono noti a tutti. La via della pace e della riappacificazione è l'unica che io conosca.

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