A una manciata di chilometri da Ljubljana inizia un bosco che susciterebbe l'invidia di Cosimo, il barone rampante reso famoso dalla fantasia di Italo Calvino. Infatti, escludendo il superamento delle autostrade, moderne ferite inferte dai processi del cosiddetto sviluppo globale, si potrebbe andare, saltando di ramo in ramo, oltre i Balcani, fino al Monte Olimpo in Grecia.
Senza pensare di raggiungere mete così lontane, ci si può limitare a percorrere qualcuno degli innumerevoli sentieri e raggiungere qualche vette di quelle che un po' pomposamente vengono chiamate le "Dolomiti slovene", In realtà, non hanno nulla a che vedere con le rocce dei "Monti pallidi", ma consentono simpatiche passeggiate, dove è sempre possibile scoprire cose nuove e interessanti.
Per esempio, salendo da Žlebe verso il Jeterbenk e il paese di Katarina, si incontra un piccolo santuario dedicato a Marjeta. All'esterno c'è una sua statua in pietra, ai suoi piedi un piccolo drago, dalla faccia simpatica e tutt'altro che spaventoso.
C'è una leggenda locale che parla di un terribile drago che terrorizzava la gente del luogo, costringendola a donargli vitelli per cibo e tanto vino da bere. Abitava in una stretta valle, un vero e proprio abisso e da lì manifestava i suoi venefici desideri. Fu ucciso dalla furbizia dei paesani che lo ingannarono presentandogli un vitello morto, riempito di calce viva. Non vedendoci per la fame, il mostro se lo inghiottì tutto in una volta e ci si può immaginare quale fu la sua fine. O che volle tirarsi addosso la montagna o che vollero coprirlo con tante pietre, fatto sta che l'abisso fu riempito, al suo posto fu edificata la piccola chiesa e con la calce fu edificato il pittoresco campanile.Ecco spiegato il drago tenuto a guinzaglio da Marjeta. In realtà, potrebbe valere anche il contrario, cioè potrebbe essere proprio il culto della santa a ispirare la leggenda popolare. Si tratta di un personaggio molto venerato in mezza Europa, tra l'altro insieme a Caterina d'Alessandria che ha dato il nome alla chiesa e al paese sovrastante. Marjeta altri non è che Margherita di Antiochia, martire durante la persecuzione di Diocleziano all'inizio del IV secolo. La tradizione racconta di una visita del diavolo, sotto forma di drago, nella prigione in cui era rinchiusa. Inghiottita dalla tremenda fiera, la santa riesce a fuggire tagliandogli la pancia con il crocifisso, ennesima versione dell'eterna lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte.
In ogni caso, presso la chiesa di Santa Marjeta si tengono interessanti performance artistiche e teatrali durante l'estate. Oltre a tutto ciò, il panorama sulla regione centrale della Slovenia è incantevole e, se si hanno tempo e gambe, una salita sulle alture vicine permette uno sguardo dall'alto, inusitato e inaspettato sulla bella candida Ljubljana.
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