Una parte di essa è diventata meta del turismo internazionale, in particolare quella intorno ai laghi di Bled e di Bohjnj, un'altra è un paradiso di alpinisti che si cimentano intorno alle più alte cime delle Alpi Giulie e della Caravanche.
E' tuttavia interessante affrontare la zona in piccole dosi, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo, lontano dai riflettori dell'escursionismo di massa. Per esempio...
Per esempio si potrebbe cominciare da Begunje, piccolo paese collocato allo sbocco di una valle dal dolce nome, Draga/Cara. E' molto conosciuto perché sede della fabbrica della Elan, i cui sci furono protagonisti di straordinarie imprese sportive e che ora produce anche piccole barche. C'è una gostilna gestita da un secolo dalla famiglia Avsenik, che ha unito la tipica ospitalità del territorio a uno straordinario talento musicale. Le ballate popolari di Begunje sono apprezzate oggi in tutta Europa e i musicisti attualmente attivi fanno parte della terza generazione. C'è perfino un piccolo museo, finalizzato a ricordare le "imprese" del gruppo.
Un altro museo, di tutt'altro contenuto, costituisce una parte di un antico grande edificio per lo più occupato da un tuttora funzionante ospedale psichiatrico. Nel corso della seconda guerra mondiale, era la sede di un campo di internamento nazista che ha "ospitato" oltre diecimila prigionieri politici sloveni provenienti per lo più dai paesi circostanti, oltre mille dei quali fucilati e sepolti nei due cimiteri che ricordano questi efferati eccidi. Si dice che i detenuti fossero stati rinchiusi anche nel vicino e suggestivo castello, costruito intorno al XII secolo, ma in rovina da diversi secoli e ora adeguatamente sistemato per rapide e panoramiche visite turistiche.Una manciata di chilometri e si attraversano numerosi piccoli villaggi, noti per essere la patria natia di alcuni fra i più importanti letterati e personaggi della cultura sloveni. A Brežnica incontriamo la memoria di Anton Janša, direttore della prima scuola di apicultura della corte viennese, fondata nel 1770 da Maria Teresa. A Žirovnica è nato Matja Čop, l'amico di Prešeren. Nel paese accanto, Rodine, troviamo il parroco poeta Janez Jalen e, sempre nelle vicinanze, a Doslovče è nato il prete scrittore Franz Saleški Finžgar.
La casa natale più visitata, sede di un ben tenuto museo che ricorda i primi anni dell'autore del "Battesimo alle sorgenti della Sava", è naturalmente quella di Vrba, dove nell'anno 1800 ha iniziato il suo cammino terreno il grande France Prešeren. La bella parrocchiale, più volte ricordata con nostalgia dall'inquieto avvocato e poeta, è dedicata a San Marco ed è decorata nel presbiterio e nella parete esterna dagli affreschi dell'inizio del '500 del famoso artista Jernej di Loka. Il busto del poeta lo riprende mentre guarda verso l'orizzonte, dove svetta sullo sfondo il massiccio del Triglav.E' difficile lasciare Vrba senza desiderare di raggiungere, con un ulteriore breve spostamento, Kranj, la capitale storica della regione, dove Prešeren è morto ed è sepolto. Al centro della cittadina il grande monumento che lo riprende nella sua più profonda tensione interiore. La sua tomba si trova in quello che un tempo era il cimitero cittadino e ora è un monumento nazionale, dove sono presenti le spoglie mortali del poeta e di pochi altri noti personaggi e dove si trova il primo monumento in Europa alla resistenza antifascista, dedicato a un caduto di Pola e ai quattro "eroi di Basovizza". Del giardino, denominato "Boschetto di Prešeren", se ne parlerà più a lungo in un prossimo post.
Un ultimo sguardo può essere dedicato alla natura, nei pressi di Lesce si incontrano due fiumi, la Sava Bohinjka e la Sava Dolinka le quali insieme danno origine alla Sava, il lungo affluente che incontra il danubio a Belgrado e che incrocia per lunghi tratti la storia della Slovenia e della Croazia. La confluenza è particolarmente suggestiva, i due corsi d'acqua si intersecano, più piccolo e vivace quello che viene dal nord, più lento e maestoso quello che proviene da Bohjnj, dando un'impressione di pace e di bellezza.
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