giovedì 7 luglio 2022

Il futuro viene dalla terra. Un'interessante conferenza a Villa Russiz

 

Nella bella cornice di Villa Russiz a Capriva, si è tenuta mercoledì scorso un'interessante conferenza, organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e Filierafutura.

Il tema - attuale e urgente - era "Il futuro viene dalla terra. Territori coltivatori di identità e motori di innovazione". Le due relazioni principali sono state tenute dall'Arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli e da Carlo Petrini, noto attivista enogastronomico e fondatore di Slow Food.

L'Arcivescovo, procedendo dal racconto di alcune esperienze personali vissute in diversi angoli del mondo, ha notato come l'attuale situazione di grandi cambiamenti climatici e di crisi del sistema produttivo, incrementi pericolosamente le disuguaglianze. Chi non possiede nulla diventa sempre più misero e i ricchi sempre più ricchi. A pagare le conseguenze della situazione attuale, in termini di sofferenza e impossibilità di riscatto, sono sempre i più poveri. Ha anche notato, con finezza, la debolezza intrinseca del famoso detto "piuttosto che regalare un pesce, insegna a pescare". L'aforisma ha un senso se c'è l'acqua e se essa non è inquinata, altrimenti anche insegnare a pescare non serve a nulla. Ciò significa che non si possono affrontare i problemi locali svincolati dal contesto globale, perché mai come oggi si è dipendenti gli uni dagli altri. Le scelte particolari hanno sempre riflessi planetari.

Come un fiume in piena, Carlo Petrini ha esordito sottolineando come senza un reale cambiamento degli stili di vita, la parola sostenibilità non significa nulla, è solo un bla bla bla. La principale responsabile dell'emissione di CO2 non è, come si potrebbe credere, la mobilità, bensì il sistema alimentare, addirittura per il 34%. Come può procedere un mondo nel quale intere isole di plastica sono entrate nella filiera alimentare, ci sono miliardi di tonnellate di cibi sprecati ogni giorno e nello stesso tempo quasi un miliardo di esseri umani vivono sotto la soglia della fame. Occorre prendersi cura del Pianeta, guardando verso il futuro e creando comunità che si oppongano a una produzione che cancella sempre di più la persona dai propri interessi e dai propri obiettivi. L'unica speranza è che ci siano cittadini attivi che in ogni ambito mettano al centro dei loro interessi e dell'intero sistema economico i beni comuni e quelli relazionali. 

Sì, perché la relazione fra le persone è il più potente strumento per permettere all'umanità di invertire la rotta verso l'ormai imminente catastrofe. Sempre che non sia troppo tardi. Un grazie all'arcivescovo Redaelli, a Petrini e agli organizzatori per questa solenne e salutare "lavata di capo".

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