domenica 6 settembre 2020

Scuola e covid-19, prima le persone...

Fervono i preparativi in vista dell'inizio dell'anno scolastico. Le indicazioni operative si sono succedute durante tutta l'estate. Mascherine sì, mascherine no, un metro e mezzo tra un banco e l'altro, no un metro soltanto, scuolabus a metà, no pieni, no a tre quarti, banchi a rotelle o senza rotelle, esami sierologici per insegnanti studenti dirigenti, forse sì, forse no.

Nonostante i sei mesi abbondanti a disposizione, le scuole sembrano in realtà lontane da qualsiasi certezza, tanto più che la risalita del numero dei contagi da covid-19 non facilita di sicuro la situazione.

Quella che è mancata, almeno per ciò che concerne il dibattito pubblico, è una riflessione approfondita sulla didattica e sui percorsi educativi. Gli scolari e gli studenti italiani hanno passato mezzo anno lontano dagli istituti scolastici, un periodo enorme per ciò che concerne la fase di maggior apprendimento e anche l'educazione alle relazioni intrascolastiche. Quanti hanno potuto usufruire della "didattica a distanza", quando ancora molti insegnanti sono e si riconoscono analfabeti informatici? Quali ricadute psicologiche possono derivare da questo lunghissimo periodo di assenza generale forzata?  

E' possibile che il "blocco delle serrande" (per non usare il solito "lockdown") abbia in realtà approfondito le distanze sociali. Chi non possiede un computer o vive in una casa dove nessuno conosce i programmi informatici, è rimasto tagliato fuori dai percorsi di conoscenza e chi ha genitori entrambi al lavoro ha vissuto tempi di solitudine molto lunghi. Chi non è abituato all'uso di internet è stato per mezzo anno privato dei mezzi per il discernimento. La distanza tra i poveri e i ricchi si è quindi inevitabilmente ampliata e ci vorrà molto tempo per recuperare...

Forse, una volta sistemati i banchi e rimessi in circolazione gli scuolabus, sarebbe il caso di mettere a fuoco la situazione dei bambini e dei ragazzi, preparandosi a nuovi possibili periodi di allontanamento forzato dalla scuola e preoccupandosi anzitutto della loro "tenuta" psicologica, delle loro potenzialità di apprendimento e della necessaria correlazione educativa. A distanza o in presenza, il vero urgente investimento - anche attraverso incentivi agli insegnanti chiamati a una grande intensificazione del loro lavoro, della responsabilità e della capacità professionale - è quello riguardante non solo la salute fisica, ma anche quella etica e psicologica di tutte le persone coinvolte nell'avventura della Scuola.  

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