mercoledì 9 settembre 2020

Lamorgese a Trieste, più domande che risposte

La visita della Ministro dell'Interno Lamorgese in Friuli Venezia Giulia non ha risolto i dubbi che l'avevano giustificata.

In primo luogo, da ciò che si capisce leggendo i quotidiani, avrebbe dichiarato l'illegittimità delle "riammissioni" (leggi "respingimenti") in Slovenia di coloro che chiedono asilo. Auspicando che sia effettivamente così, ci si chiede chi allora abbia autorizzato le migliaia di respingimenti degli ultimi mesi, che hanno avuto come effetto collaterale l'aumento esponenziale delle presenze di migranti minorenni o sedicenti tali.<p>La visita della Ministro dell'Interno Lamorgese in Friuli Venezia Giulia non ha risolto i dubbi che l'avevano giustificata.</p><p>In primo luogo, da ciò che si capisce leggendo i quotidiani, avrebbe dichiarato l'illegittimità delle "riammissioni" (leggi "respingimenti") in Slovenia di coloro che chiedono asilo. Auspicando che sia effettivamente così, ci si chiede chi allora abbia autorizzato le migliaia di respingimenti degli ultimi mesi, che hanno avuto come effetto collaterale l'aumento esponenziale delle presenze di migranti minorenni o sedicenti tali.

Inoltre, le questioni sollevate dai sindaci - di una parte e dell'altra - relativamente alle oggettive difficoltà riscontrate nella gestione delle emergenze, hanno trovato come risposte delle promesse abbastanza vaghe e soprattutto la riproposizione del Siproimi per i minori, la cui realizzazione richiede strutture e capacità di superare difficoltà burocratiche che non sono alla portata di tutti i Comuni, soprattutto dei più piccoli. A questo proposito, l'insistenza del Prefetto di Udine sulla disponibilità all'accoglienza da parte dei Comuni friulani può sembrare encomiabile ma è in realtà irrealistica. Non sono molti gli enti locali che hanno strutture tali da poter garantire un'accoglienza dignitosa ed è assai improbabile - e comunque non immediato - verificare la disponibilità di privati. Forse sarebbe meglio individuare prima le strutture e poi semplicemente avvisare i Sindaci della destinazione d'uso delle strutture indicate.

Infine la Ministra ha proposto più militari sul confine e ha ventilato, come ultima ratio, la chiusura dei confini minori più volte invocata dal Presidente della Regione Fedriga. Che tristezza! Le Forze Armate vengono schierate per fermare non eserciti in marcia per invadere l'Italia, ma per bloccare colonne di poveri alla ricerca di un futuro migliore. E tutte le speranze di abolizione definitiva dei confini, già indebolite dalla "serrata" in occasione del coronavirus, rischiano di naufragare nella constatazione dell'incapacità dei governi di lavorare insieme, non accordandosi per reprimere, ma per autenticamente accogliere.

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