giovedì 3 settembre 2020

Comunicazioni ferroviarie e telefoniche: F-VG (ma non solo) penalizzato.

Con tutti i problemi che ci sono in questo periodo, quelli proposti in questo post potrebbero sembrare senz'altro molto marginali. Tuttavia, chi non crede che il benaltrismo sia un atteggiamento da perseguire, per una volta può permettersi di trasmettere qualche osservazione in merito.

Prima domanda. A sei mesi dall'inizio del lockdown, tra Trieste e Venezia Mestre ci sono solo due "frecce", una alle 6.42 (con fermate solo all'aeroporto e a Latisana) e una alle 17.05 (l'unica , se si vuole proseguire verso Milano senza essere costretti a cambiare treno). Perché il Friuli Venezia Giulia, che già lamenta la mancanza di aerei verso la Capitale, è trattato in questo modo? Che logica c'è nell'affollare i treni regionali già frequentati dai lavoratori pendolari e dagli studenti, senza offrire a chi deve percorrere tratte più lunghe le opportunità dei tempi pre covid, quando ogni 2-3 ore erano previsti treni veloci sulla tratta Trieste-Torino? 

Seconda domanda. In quasi tutti i Paesi dell'Europa - e non solo - le telefonate iniziano e finiscono senza intoppi. Se poi si utilizzano altri strumenti, collegati a internet, non si riscontrano particolari problemi.

Perché mai in Italia è così difficile riuscire a telefonare senza interruzioni o interferenze, in particolare quando si è in movimento? Perché non è possibile sostenere una conversazione via internet, quando si percorrono non le impervie strade dello Zoncolan, ma l'autostrada Serenissima tra Padova e Venezia, una delle più frequentate e importanti arterie nazionali? Non importa quale sia il gestore telefonico, prima o poi a tutti tocca il nervosismo dell'interruzione della voce nel momento più delicato, la rabbia di non riuscire a sentire altro se non mormorii metallici e incomprensibili, la necessità di attendere mezzo secondo prima di ascoltare o farsi ascoltare dall'interlocutore, come accadeva agli astronauti del programma Apollo quando parlavano dalla Luna e gli impulsi elettrici correvano alla velocità di 300mila chilometri al secondo.

Si parla di gestione unificata, di miglioramento delle linee, di G5 (quinta generazione), lodandone tutte le opportunità in merito alla velocità e alla (presunta) diminuzione dell'inquinamento elettromagnetico. Ma non sarebbe più semplice far funzionare meglio il sistema delle telecomunicazioni esistente, prima di proiettarsi verso un futuro fondato soltanto sulla solita irrazionale assicurazione che "andrà tutto bene"?     

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